Angelo Graci,un sindaco..."fuori " Un municipio vuoto. Una città senza sindaco,indagato per corruzione,obbligato dal giudice a dimorare fuori dalla sua città,Angelo Graci(pdl) ha spostato il suo ufficio nella villeggiatura allontanato da un provvedimento della magistratura e con un processo in corso. Una giunta formalmente in carica, cambiata e ricambiata infinite volte in due anni di malgoverno,di giorni ne sono passati tanti ,ormai, vuoti di progetti e di risultati. Vuoti di speranza in questa città sconfitta. Sempre uguali.
Licata è un caso nazionale di democrazia dimezzata, di potere senza contropotere. Un’anomalia che non ha precedenti nella storia dei comuni italiani,è un caso politico di sproporzionate dimensioni che non si può ignorare, far finta di non vedere:un consiglio comunale che si dimette, un sindaco e una giunta che rimangono in carica sono un caso politico. Assessori che si dimettono e prendono "le distanze dal sindaco. Il Pd locale incalza e a fine Agosto scrive: “È ora di porre fine a questa ridicola vicenda, che sta mettendo in ginocchio la cittadinanza licatese. Se non vuole ascoltare la nostra richiesta, segua almeno i consigli del dimissionario Sanfilippo, il quale dopo una breve esperienza assessoriale ha semplicemente invitato “il sindaco a prendere atto dell’incresciosa situazione politico-amministrativa e (…) di conseguenza a dimettersi. Al vacanziere Graci ricordiamo che Ferragosto è ormai passato, e di solito i vacanzieri dopo il 15 agosto tornano a casa: faccia lo stesso per il bene di Licata!” In risposta il sindaco"contumace"scrive una lettera aperta ai suoi concittadini,lettera nella quale spiccano le parole:"complotto,innocente,irreprensibile condotta morale"e la sostanza si condensa in:"le mie dimissioni, oggi, diventerebbero inevitabilmente, una fuga, un atto di codardia ed implicita ammissione di colpevolezza, un vantaggio politico e un successo immeritato per i miei delatori , perché poggerebbe sulla calunnia e sull’infamia".E conclude con:(......) mio primo fine l’amore e l’interesse per la mia città, e nel contempo,di approntare le giuste difese nel processo con il rispetto massimo della Magistratura giudicante, che sono sicuro e cosciente mi vedrà assolto, perchè sono innocente, e solo quando, ristabilita questa verità, deciderò nei soli interessi di Licata e dei Licatesi, probabilmente prenderò la decisione di dimettermi". Scriveva così il 30 di Agosto, Angelo Graci, ma dove nascono i suoi guai giudiziari? Lo scandalo è praticamente "scoppiato" in diretta sugli schermi delle tivù locali quando un impresario di spettacoli - non quello che aveva vinto l'appalto, ma un altro - ha candidamente ammesso: «Per lavorare a Licata bisogna pagare qualche "contributo" ".Da qui,a che i carabinieri abbiano piazzato le "cimici" il passo è stato brevissimo :e dagli appuntamenti fra il presunto corrotto e il presunto corruttore alle chiacchiere tipo:«Mangio io, mangi tu, mangiamo tutti», dal divieto di dimora ordinato per il sindaco alla sua scellerata scelta di non andarsene. L'11 ottobre altra puntata,con la nuova udienza processuale, l'interrogativo è :avrà la decenza di dimettersi?....Ci crediamo poco. 02 Ottobre 2010 aloi calabrese
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