La notizia è che,in commissione bilancio 12 emendamenti alla Finanziaria su 14 presentati dal governo,sono stati bocciati.
La notizia è che il tasso di disoccupazione ha raggiunto l'8 %, in particolare, la crescita del tasso di disoccupazione giovanile, che riguarda i ragazzi dai 15 ai 24 anni, che si attesta al 26,9% (+0,6% rispetto a settembre 2009 e +4,5% rispetto ad ottobre 2008. La notizia è che una ventata xenofoba soffia dalla svizzera ed i leghisti non si sono fatti pregare per rilanciare.... Le non notizie invece:Cominciamo da quanto detto dal ministro Scajola :"Le dichiarazioni di ieri dimostrano una volontà e un'azione che è diversa dalla considerazione e dalla linea del Popolo della Libertà".(E su questo sono d'accordo col ministro delle attività produttive,in quanto mentre Fini è per una linea di legalità e correttezza,Berlusconi e la sua banda perseguono altri "fini"e sono ben lontani da legalità e correttezza) E poi: "Credo che ognuno debba mantenere la propria coerenza fino in fondo, si discuta pure, ma la linea deve valere per tutti. "Da troppo tempo ci sono dei distinguo fuori dalla linea del programma". Ma queste cose si sapevano da tempo,che le strade percorse da Fini e da Berlusconi fossero divergenti era stato ufficializzato dai rispettivi comportamenti ,e non solo in tema di giustizia. Ancora una volta il presidente della camera viene attaccato dai fogli della famiglia berlusconi. Sia Feltri che Belpietro innescati dal loro padrone sparano ad alzo zero su Fini:"Fini si e' tradito, chiarisca o si dimetta", riporta il titolo a cinque colonne del Giornale,mentre l'altro "Libero"(che coraggio chiamarlo così)titola "Fini ormai è fuori onda" e aggiunge: ''Ha fretta di archiviare Berlusconi e per farlo spera in pentiti e pm''. La cosa che più meraviglia Belpietro non è tanto quello che dice Fini ma a chi lo dice:cito da Libero:" E ne parla, per di più, con un magistrato, il procuratore capo della Repubblica di Pescara, Nicola Trifuoggi. Lo stesso, per intenderci, che nel 1984 bloccò insieme con due colleghi pretori, le reti private di Berlusconi appena nate(Come se avesse fatto un infanticidio n.d.a.). Lo stesso che decapitò, anni più tardi, la giunta regionale dell'Abruzzo arrestando il governatore Turco." Quindi..questo Magistrato non è uno che c'è l'ha con Berlusconi ma uno che non guarda in faccia nessuno come è giusto che sia...benchè per i berluscones sembra sia il diavolo in persona,la rabbia dei galoppini viene espressa,non poteva mancare,anche da Gasparri che ad una domanda su l'importanza di arrivare alla verità sulle stragi di mafia risponde:"Questa verità già l'abbiamo, c'è stato un processo con delle condanne, ora non è che arriva Gaspare Spatuzza, un assassino che ha sciolto dei bambini nell'acido, e si rifà tutto da capo". Su l'ex amico Fini,poi:Certe cose bisognerebbe evitare non solo di dirle, ma perfino di pensarle" Per concludere con un pensiero sul suo attuale padrone: "Noi pensiamo sia vittima di una persecuzione, se Fini la pensa diversamente lo dica"Insomma la monotonia dei soliti discorsi ribadita del resto anche dal "fido"Bondi,a Ballarò,:"il presidente del Consiglio non ha mai preteso di confondere il consenso di cui gode nel paese con un sorta di immunità. Se mai, dal 1992 ad oggi, è accaduto esattamente il contrario, e cioè che una minoranza di magistrati ha ritenuto possibile ribaltare il verdetto elettorale degli italiani". Che coraggio..!!! E andiamo a lui,come ha reagito a questo "incidente"?:Le parole ufficiali:"Vado di corsa, perchè devo andare a casa, preparare le valigie per spostarmi a Panama.(era alla conferenza Italia-America Latina) Certo mi mancheranno la Repubblica, l'Unità e i Pm, ma cercherò di sopravvivere ugualmente. Quindi, caro Ricardo (il presidente panamense Ricardo Martinelli che aveva parlato prima di lui, ), preparami l'accoglienza". E ha aggiunto: "Poi in privato preparami altre attrattive che mi stanno molto a cuore". (il solito buffone).Di seguito la reazione reale: "Di fatto ormai è fuori dal Pdl, ci si è messo da solo". avrebbe tuonato,si racconta che abbia convocato a via dell'Umiltà i tre coordinatori del partito ,e i capigruppo, Cicchitto, Gasparri e Quagliariello. Non Italo Bocchino però, l'unico "finiano" rimasto nella compagnia. E in viva voce, collegato da Milano, abbia sfogato tutta la sua indignazione, dicendosi "disgustato" dalle parole del "co-fondatore" del Pdl: "Se ha dubbi morali su di me, si accomodi pure alla porta". Intanto Fini Dopo aver incontrato Luca di Montezemolo alla cerimonia per Telethon alla Camera, lasciando la sala della Regina, ha sussurrato: "Non vedo tutto questo scandalo. Non capisco. Quelle sono le cose che dico sempre in pubblico e le ho ripetute anche in privato a Berlusconi". Infatti...!! Però Berlusconi ha trovato "sconvolgente" ascoltare Fini mentre parlava di lui in modo così disinvolto,evidentemente la verità fa male, E quindi ora Fini dovrà,secondo lui,fare penitenza ma Gianfranco non ci sente da quest'orecchio.... Intanto da firenze :"Se noi abbiamo fatto una richiesta che ha dato adito ad un regime provvisorio di protezione per il collaboratore Gaspare Spatuzza, e che riteniamo attendibile, pensate che lo lasciamo appeso a questa condizione e non chiediamo un regime definitivo di protezione?". Così, parlando con i giornalisti, il procuratore della Repubblica di Firenze Giuseppe Quattrocchi ha confermato che nei prossimi giorni sarà chiesto un programma definitivo di protezione per Spatuzza. La notizia è comparsa stamani sul Corriere della Sera,e da una definitiva patente di attendibilità a Spatuzza. Mala tempora ...currunt...per il nano....aloi calabrese
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Cosa pensa di cancellare dopo?...La corruzione dei minorenni?..Gli atti di libidine?...
Dopo aver aver tolto di mezzo il falso in bilancio..un po di altri reati fiscali...tarato il reato di corruzione..ora pensa di mettere mano al concorso esterno all'associazione mafiosa. Tutto è stato preceduto ,in perfetto stile aziendale,da una campagna,che potremmo definire promozionale,dai "fogli" di famiglia che hanno "creato"la notizia per dare l'assist e quindi il modo di smentire ed attaccare con i soliti sproloqui : "Se c'è una persona che per indole, sensibilità, mentalità, formazione, cultura ed impegno politico, è lontanissima dalla mafia questa persona sono io. Se c'è un partito che in questi anni più si è distinto nel contrastare la criminalità organizzata, questo partito è stato Forza Italia ed oggi è Il popolo della Libertà. Se c'è un governo che più di tutti ha fatto della lotta alla mafia uno dei suoi obiettivi più netti e coerenti, questo è il mio governo". Ecco cosa voleva dire ....e lo ha detto aggiungedo,poi: "dalla lettura dei quotidiani dei giorni precedenti ed anche di oggi(i suoi) appaia evidente ad ogni persona onesta e di buon senso che ci troviamo di fronte all'attacco più incredibile ed ignobile che mi sia stato rivolto nel corso di questi ultimi anni, da quando ho deciso di dedicarmi con tutte le mie forze al bene del mio Paese". "Il mio governo - aggiunge ancora - sarà ricordato anche come il governo che la lanciato la sfida più determinata alla mafia nella storia della nostra Repubblica". "Questo - prosegue - è il terreno civile e politico sul quale intendo anche contrastare la campagna di stampa del gruppo 'La Repubblica-Espresso' che chiamerò a rispondere, sul piano penale e civile, dei danni arrecati alla dignità della mia persona, della mia famiglia e dall'azienda Fininvest". Poi fa parlare il "fido" Dell'Utri approfittando della trasmissione domenicale della Annunziata "in Mezz'ora",a proposito del concorso esterno in associazione mafiosa del aqale lo stesso è imputato a Palermo:"Sicuramente si tratta di assolute falsità. Non mi aspetto nulla dalle procure. Mi aspetto che si acclari la verità" Esordisce Dell'Utri "Come è ammissibile che dopo 15 anni uno si alza e dice:Dell'Utri,Berlusconi...".Riferendosi ai pentiti che lo chiamano in causa,ed è qui che introduce il tema della diversa regolamentazione del concorso esterno che "non è un reato" espressamente previsto dal codice. Infatti,nel codice penale non esiste un articolo sul concorso esterno in associazione mafiosa.Ed ecco l'idea:parte della maggioranza pensa di mettercelo ma con paletti ben precisi. Tutto qui. Certo, poi bisogna vedere gli effetti sui processi in corso perché il nuovo reato, di certo più favorevole, si applica subito,"normare" ex novo il reato, ma con paletti tali da renderne l'applicazione difficilissima. A tutto questo va sommato :il processo breve,il ritorno all'immunità parlamentare e un possibile altro lodo "?".... Ecco perchè rimango sempre dell'avviso di sostituire in toto il codice penale con per esempio "Johnny Bassotto"che mi pare adeguato.....aloi calabrese Due domande mi frullano in testa e scaturiscono da ciò che il solito Spatuzza dichiara il 16 marzo 2009, il racconto ai pubblici ministeri del "tesoro" dei Graviano. "Cento lire non gliele hanno levate a tutt'oggi. Non gli hanno sequestrato niente e sono ricchissimi".(perchè? è la prima domanda).
"Non si fidano di nessuno, hanno costruito in questi vent'anni un patrimonio immenso". Dal 1989 e fino al 27 gennaio 1994 ,giorno dell'arresto in un noto Ristorante di Milano, Filippo e Giuseppe decidono di starsene latitanti a Milano e non a Palermo.Sicuramente hanno le loro buone ragioni. A Milano possono contare su protezioni eccellenti e insospettabili che li mimetizzano meglio delle strade di Brancaccio .Perché? "E' anomalissimo", dice il mafioso, la chiave sono i soldi,e sicuramente erano tanti,belli sporchi da ripulire . Spatuzza non parla più di morte, di bombe, di assassini, ma del denaro dei Graviano. E ha pochi dubbi che Giuseppe Graviano (che chiama “Madre Natura” o “Mio padre”) “si giocherà l’asso” contro chi a Milano è stato il mediatore degli affari di famiglia, Marcello Dell’Utri, e l’utilizzatore di quelle risorse, Silvio Berlusconi(sempre lui:"l'utilizzatore finale") i loro nomi forse non sono un mistero. Di più, Gaspare Spatuzza li suggerisce. Interrogatorio del 16 giugno: "Filippo ha nutrito sempre simpatia nei riguardi di Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, (...) Filippo è tutto patito dell'abilità manageriale di Berlusconi. Potrei riempire pagine e pagine di verbale ,per raccontare, della simpatia e del... possiamo dire ... dell'amore che lo lega a Berlusconi e Dell'Utri". "L'asso nella manica" di Giuseppe Graviano, "il jolly" evocato dal mafioso come una minaccia - sostengono fonti vicine all'inchiesta e lo conferma anche Spatuzza , nelle connessioni di affari che, "negli ultimi vent'anni", la famiglia di Brancaccio ha coltivato a Milano. Dice Spatuzza: "Filippo mi disse: facceli fare i processi a loro, perché un giorno glieli faremo noi, i processi". Nei primi anni novanta, Filippo e Giuseppe preparano la fuga dalla Sicilia. Spatuzza ,interrogatorio del 16 giugno 2009,: "Nel 1991, vendono, svendono il patrimonio. Cercano i soldi, ,vogliono, liquidità e io non so come sono stati impiegati ,poi, questi capitali, e per quali acquisizioni. Certo, non sono restati in Sicilia". I Graviano, a Gaspare, non sembrano più interessati "alle attività illecite". "Quando Filippo esce dal carcere nell'88 o nel 1989, esce con questa mania, questa grandezza imprenditoriale. I Graviano hanno già, per esempio, le tre Standa di Palermo affidate a un prestanome, in corso Calatafimi a Porta Nuova, in via Duca Della Verdura, in via Hazon a Brancaccio". "Filippo mi parla di Borsa, di Tizio, di Caio, di investimenti, di titoli. (...). Mi dice: vedi Gaspare, io so quanto posso guadagnare nel settore dell'edilizia, ma se investo ,i miei soldi, in Borsa, nel mercato finanziario, posso perdere e guadagnare, non c'è certezza. Addirittura si dice che a volte, se si benda una scimmia e le si fa toccare un tasto, può riuscire meglio di un esperto. Filippo è attentissimo nel seguire gli scambi, legge ogni giorno il Sole 24ore. Tiene in considerazione la questione Fininvest, d'occhio il volume degli investimenti pubblicitari. Mi dice meraviglie di una trasmissione come Striscia la notizia. Minimo investimento, massima raccolta di spot, introiti da paura. "Il programma più redditizio della Fininvest", dice. Abbiamo parlato anche di Telecom, Fiat, Piaggio, Colaninno, Tronchetti Provera, ma la Fininvest era, posso dire, un terreno di sua pertinenza, come se fosse un suo investimento, come se fossero soldi messi da tasca sua, la Fininvest". E' l'interrogatorio del 29 giugno 2009. Gaspare conclude: "Le mie dichiarazioni non possono bruciare l'asso conservato nella manica di Giuseppe(Graviano)" . Un mese dopo (28 luglio 2009), i pubblici ministeri chiedono a Filippo dove siano le sue ricchezze. Quello risponde: "Non ne parlo e mi dispiace non poterne parlare". Fermiamoci un attimo a fare alcune considerazioni: Scenario Milano,primi anni 90, da una parte dei personaggi,mafiosi,con una grandissima disponibilità di denaro,sporco perchè proveniente dai più disparati traffici illeciti,prima di tutto quello della droga, bisognosi di protezione ,questi personaggi,dall'altra parte abbiamo un imprenditore rampante con le mani in pasta un po ovunque e alla perenne ricerca di denaro fresco da pompare alle sue imprese,questo personaggio gode di appoggi ,importanti e coperture politiche: è l'uomo giusto per i personaggi di cui sopra.... può servire sia per ripulire il denaro che per assicurare copertura e protezione..salvo poi..... Non dimentichiamo che l'imprenditore ,che chiameremo Silvio per comodità,aveva già da tempo delle frequentazioni che definirei "equivoche":Stefano Bontate, Mimmo Teresi, Tanino Cinà, Francesco Di Carlo..non potevano certo definirsi delle perle di galantuomini,per non parlare di Gaetano e Antonino Grado,latitanti ed ospiti nella tenuta di Villa San Martino ad Arcore,sotto l'ala protettiva di un altro ospite illustre:Vittorio Mangano,lo pseudo stalliere di Arcore, capo del mandamento di Porta Nuova ,il mafioso, "che poteva chiedere qualsiasi cosa a Dell'Utri. Silvio, il "self made men"l'uomo fattosi da solo che forse tanto da solo,come è nella logica delle cose, non s'è fatto....ma fosse solo questo...!! Il fatto è che si è fatto aiutare dalle persone sbagliate.... che ora gli presentano il conto... e che conto...!!! aloi calabrese Giorgio Napolitano stavolta se la poteva risparmiare,la paternale ai magistrati ..no ! proprio no !
Condivido e sottoscrivo quanto dichiarato da Antonio Di Pietro,unica voce fuori dal coro di consensi sia da destra che da sinistra(?),ecco cosa dice il leader dell'IDV:"Non intendo polemizzare con il Presidente della Repubblica, ma intendo riaffermare che anche in questa legislatura ci sono troppi parlamentari in conflitto di interessi con la giustizia, direttamente o indirettamente. Affidare serenamente a questo Parlamento, così composto, le riforme in materia di giustizia sarebbe come affidare a Dracula la gestione del pronto soccorso". "Sempre evitando di polemizzare con il Capo dello Stato - ha aggiunto - , non posso però esimermi dal riaffermare che i magistrati, quando lamentano l'impossibilità di potere svolgere il proprio lavoro per colpa di norme criminogene che vengono emanate da questo Parlamento, non possono essere zittiti. È come rimproverare i chirurghi che segnalano la mancanza del bisturi in sala operatoria. Prendersela con loro, non risolve la malattia, anzi, porta a morire il paziente, vale a dire la giustizia nel nostro Paese". Ma cosa ha scatenato la reazione di Di Pietro? Ecco le dichiarazioni di Napolitano:"L'interesse del Paese, che deve affrontare seri e complessi problemi di ordine economico e sociale - ha dichiarato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a margine di una cerimonia al Quirinale - richiede che si fermi la spirale di una crescente drammatizzazione, cui si sta assistendo, delle polemiche e delle tensioni non solo tra opposte parti politiche ma tra istituzioni investite di distinte responsabilità costituzionali". "Va ribadito - ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a margine di una cerimonia la Quirinale - che nulla può abbattere un governo che abbia la fiducia della maggioranza del Parlamento, in quanto poggia sulla coesione della coalizione che ha ottenuto dai cittadini-elettori il consenso necessario per governare". "E' indispensabile che da tutte le parti venga uno sforzo di autocontrollo nelle dichiarazioni pubbliche, e che quanti appartengono alla istituzione preposta all'esercizio della giurisdizione, si attengano rigorosamente allo svolgimento di tale funzione. E spetta al Parlamento esaminare il clima più costruttivo di riforma volte a definire corretti equilibri tra politica e giustizia". Qui il capo dello stato ha perso un'occasione,secondo me aveva il dovere di richiamare con fermezza Berlusconi ed invitarlo ad una maggiore sobrietà ed equilibrio dopo l'ulteriore violento e scriteriato attacco alla Magistratura dopo avere irresponsabilmente evocato i fantasmi di una guerra civile...era lui a dovere essere richiamato all'ordine,non certo i magistrati che così corrono il rischio di essere delegittimati. Poteva stare zitto...!!!..aloi calabrese Sniff sniff.....sento puzza di cacca...!!
La puzza proviene da Palazzo Chigi....è un olezzo inconfondibile.....ma si.. è cacca di Berlusconi..!! Si sta cacando addosso il nano....Il 4 dicembre si avvicina....come pure la punta della "Spatuzza"incombe e si fa più minacciosa,ma non è solo Spatuzza,ora è in buona,si fa per dire,compagnia: Pietro Romeo, Giuseppe Ciaramitaro, Salvatore Grigoli sono gli altri,al momento,ma ci sono buone probabilità che l'onda si alzi ancora ,si faccia molto più minacciosa con l'aggiunta,per esempio,dei due fratelli Graviano:due "pezzi da 90"e allora si che l'onda diverrebbe uno "tsunami"in grado di travolgere e spazzare via dalla scena politica Berlusconi e berluscones,l'ora della resa dei conti si avvicina. Non si è reso conto,forse lo sta facendo ora,di essersi cacciato in un brutto guaio....facendo promesse,che poi non ha mantenuto pienamente,a questa gente,questi,"i corleonesi",non scherzano...se gli prometti 3,28 3,28 gli devi dare non 3,27...questi te la fanno pagare..e te la fanno pagare cara Anche qualche altro in questo momento medita su i suoi sbagli...e trema anche se si agita e promette querele a destra e a manca,ma mi sa che le querele se le potrà arrotolare e ..... Tornando alle accuse dei pentiti sul capitolo stragi Chiariscono come nacque l'idea che non aveva una connotazione logica di"cosa nostra"(A me ricordano molto "Portella della Ginestra") . Indicano l'"accordo politico" che le giustificò e le rese necessarie "per il bene della Cosa Nostra". I nomi di Berlusconi e Dell'Utri,indicati da tutti come gli occulti registi, saltano fuori in questo frangente. Gaspare Spatuzza, 18 giugno 2009, ricostruisce la vigilia dell'attentato all'Olimpico: "Giuseppe Graviano mi ha detto "che tutto si è chiuso bene, abbiamo ottenuto quello che cercavamo; le persone che hanno portato avanti la cosa non sono come quei quattro crasti(montoni-nda) dei socialisti che prima ci hanno chiesto i voti e poi ci hanno venduti. Si tratta di persone affidabili". A quel punto mi fa il nome di Berlusconi e mi conferma, a mia domanda, che si tratta di quello di Canale 5; poi mi dice che c'è anche un paesano nostro e mi fa il nome di Dell'Utri ... Giuseppe Graviano mi dice inoltre, che comunque bisogna fare l'attentato all'Olimpico perché serve a dare il "colpo di grazia" e afferma: ormai "abbiamo il Paese nelle mani"". Pietro Romeo, 30 settembre 2009: "... In quel momento stavamo parlando di armi e di altri argomenti seri. Fu chiesto a Spatuzza se il politico dietro le stragi fosse Andreotti o Berlusconi. Spatuzza rispose: Berlusconi. La motivazione stragista di Cosa Nostra era quella di far togliere il 41 bis. Non ho mai saputo quali motivazioni ci fossero nella parte politica. Noi eravamo soltanto degli esecutori". Salvatore Grigoli, interrogatorio 5 novembre 2009: "Dalle informazioni datemi , le stragi erano fatte per costringere lo Stato a scendere a patti Dell'Utri è il nome da me conosciuto , quale contatto politico dei Graviano . Quello di Dell'Utri, per me, in quel momento era un nome conosciuto ma neppure particolarmente importante. Quel che è certo è che me ne parlarono come del nostro contatto politico". E' una scena che trova conferme anche in parole già dette, nel tempo. I ricordi di Giuseppe Ciaramitaro li si può scovare in un verbale d'interrogatorio del 23 luglio 1996: "Mi fu detto che bisognava portare questo attacco allo Stato e che c'era un politico che indicava gli obiettivi, quando questo politico avrebbe vinto le elezioni, si sarebbe quindi interessato a far abolire il 41 bis . Quando Berlusconi è stato eletto presidente del Consiglio per la prima volta, nell'organizzazione,cosa nostra, erano tutti contenti, perché si stava muovendo nel senso desiderato e si disse che la proroga del 41 bis era stata solo per 'fintà in modo da eliminarlo del tutto alla scadenza". Queste le dichiarazioni,già,pesantissime dell'avanguardia,mentre i pezzi forti hanno già sparato qualche granata per dare le avvisaglie che stanno aggiustando il tiro... Giuseppe Graviano, 46 anni, il più duro, il più autorevole (i suoi lo chiamano "Madre natura" o "Mio padre"), incontra i magistrati, il 28 luglio 2008. E' la prima volta che risponde a una domanda dal tempo del suo arresto, il 27 gennaio 1993. Dice: "Io sono disposto a fare i confronti, con coloro che indico io e che ritengo sappiano la verità. Sono disposto a un confronto con Spatuzza ma cosa volete che sappia Spatuzza che non sa niente, faceva l'imbianchino, sarà ricattato da qualcuno". Sembra che alzi un muro e che il muro sia insuperabile, ma non è così. Quando gli tocca parlare delle stragi del 1993, ragiona: "Perché non mi avete fatto fare il confronto con i pentiti in aula, quando l'ho chiesto? Così una versione io, una versione loro e poi c'è il magistrato : voi ascoltavate e potevate decidere chi stava dicendo la verità. La verità, la verità di come sono andati i fatti.. . io vi volevo portare alla verità. E speriamo che esca la verità veramente. Ve ne accorgerete del danno che avete fatto. Se noi dobbiamo scoprire la verità, io posso dare una mano d'aiuto. Io dico che uscirà fuori la verità delle cose. Trovate i veri colpevoli, i veri colpevoli. Si parla sempre di colletti bianchi, colletti grigi, colletti e sono sempre innocenti questi, mentre i poveri disgraziati...". Gli chiedono i magistrati: "Lei sa che ci sono colletti bianchi implicati in queste storie?". Risponde: "Io non lo so. Poi stiamo a vedere se... qualcuno ha il desiderio di dirlo che lo sa benissimo... Ma io non posso dire la mia verità così. Perché non serve a niente. Invece, ve la faccio dire, io, da chi sa la verità". Torniamo a Spatuzza che dice "I Graviano sono ricchissimi e il loro patrimonio non è stato intaccato di un centesimo. Hanno investito al Nord e in Sardegna e solo così mi spiego perché durante la latitanza sono stati a Milano e non a Brancaccio. È anomalo, anomalissimo". Se a Milano Filippo e Giuseppe si sentivano più protetti che nella loro borgata di Palermo vuol dire che chi li proteggeva a Milano era più potente e affidabile della famiglia. Una logica che non fa una grinza....e chi li proteggeva a Milano? Per concludere ..mi aspetto in questi giorni qualche altro clamororo fatto che possa fare da cortina fumugena per tutto questo...vediamo se ci azzecco anche questa volta.....aloi calabrese Il direttore di MicroMega, periodico di geopolitica, Paolo Flores d’Arcais era stato invitato agli “stati generali” della tv in Italia dal presidente della commissione di vigilanza sulla Rai, Sergio Zavoli, ma dopo aver confermato la sua presenza ha fatto marcia indietro. Paolo Flores d’Arcais ha declinato: “Non posso stringere la mano al senatore Schifani”. Il motivo? Sta nell’inchiesta pubblicata su “Il fatto quotidiano” dal giornalista Marco Lillo “che negli Stati Uniti avrebbe candidato l’autore al premio Pulitzer e che in Italia gli ha garantito il più assordante silenzio” ha scritto d’Arcais in una lettera.
D’Arcais attacca quel servizio pubblico “che si è ben guardato dal riferire i fatti cui l’inchiesta fa riferimento. Fatti clamorosi – continua il direttore di MicroMega nella sua lettera a Zavoli – che in qualsiasi paese dell’occidente avrebbero già portato ,sollecitate in primo luogo dalla sua parte polittica, alle dimissioni del presidente del Senato Renato Schifani”. Ma a cosa si riferisce D'Arcais?... Vediamolo:“In un’informativa della Dia, depositata al processo d’appello contro il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, il pentito Gaspare Spatuzza ricorda un episodio dei primissimi anni ‘90, sostenendo di avere visto l’attuale presidente del Senato, Renato Schifani, incontrare il boss Filippo Graviano. La vicenda si riferirebbe al periodo in cui Schifani esercitava la professione di avvocato civilista e amministrativista e Graviano non era ancora latitante. Schifani assisteva civilmente Giuseppe Cosenza, indiziato per mafia e poi sottoposto al sequestro e alla confisca dei beni (divenuti definitivi nel 1992) e alla sorveglianza speciale per tre anni. Nella propria informativa del 26 ottobre scorso, la Dia di Firenze ricostruisce che gli incontri si sarebbero svolti nella sede della Valtras, appartenente a Cosenza. Gli agenti si sono limitati a verificare che Cosenza era titolare della ditta e che é pregiudicato, oltre a indicarlo come “notoriamente collegato ai fratelli Graviano”. Di lui avevano parlato numerosi collaboratori di giustizia, ma non è mai stato condannato per mafia o omicidi. Manca invece la verifica sul difensore nei procedimenti civili e di fronte alle misure di prevenzione. “Ho cercato nella mia memoria – dice Spatuzza – di collocare i rapporti di Graviano Filippo su Milano. In proposito preciso che Filippo Graviano utilizzava talvolta l’azienda Valtras, dove lavoravo, come luogo di incontri. Accanto a questa c’era un capannone di cucine componibili di Pippo Cosenza, dove pure si svolgevano incontri, dove ricordo avere visto più volte la persona che poi mi è stata indicata essere l’avvocato del Cosenza (Schifani ndr)”. “Preciso – dichiara ancora il pentito – che in queste circostanze questa persona contattava sia il Cosenza che il Filippo Graviano in incontri congiunti. La cosa mi fu confermata dal Graviano Filippo a Tolmezzo, allorquando, commentando questi incontri, Graviano Filippo mi diceva che l’avvocato del Cosenza, che anch’io avevo visto a colloquio con lui, era in effetti l’attuale presidente del Senato Renato Schifani. Preciso che anch’io, avendo in seguito visto Schifani su giornali ed in televisione, l’ho riconosciuto”. Spatuzza sottolinea infine che Cosenza “é persona vicina ai Graviano, con i quali aveva fatto dei quartieri a Borgo Vecchio, ben conosciuta anche da Drago Giovanni”. Queste accuse precise e circostanziate sono le ultime uscite nei confronti di altro personaggio equivoco,già,negli anni piuttosto chiacchierato in certi ambienti del Palermitano,e non si capisce come un politico,certamente mediocre e una persona dalla molto dubbia moralità sia oggi ad occupare la poltrona della seconda carica dello stato. Il "senatore" così si difende:“Non ho mai avuto rapporti con Filippo Graviano e non l’ho mai assistito professionalmente. Questa è la verità. Sia chiaro: denuncerò in sede giudiziaria, con determinazione e fermezza, chiunque, come il signor Spatuzza, intende infangare la mia dignità professionale, politica e umana, con calunnie e insinuazioni inaccettabili” aggiunge Schifani “Sono indignato e addolorato. Ho sempre fatto della lotta alla mafia e della difesa della legalità i valori fondanti della mia vita e della mia professione. I valori di un uomo onesto”. Solidarietà e parole di difesa per Schifani sono arrivate da tutta la maggioranza di governo. Non la pensa così Antonio Di Pietro: "Di fronte a una ricostruzione così circostanziata fatta da un pentito di mafia, il presidente Schifani, seconda carica dello Stato, direttamente chiamato in causa, non può semplicemente affermare che Spatuzza è un calunniatore ma deve spiegare nel merito se conosce o ha avuto incontri con il boss Filippo Graviano". "In assenza di spiegazioni convincenti - conclude - si creerebbe un gravissimo corto circuito istituzionale che imporrebbe le dimissioni di Schifani". Adesso Pietro Romeo e Gaspare Spatuzza saranno interrogati anche dai magistrati delle Procure di Palermo e Caltanissetta che indagano sulle stragi e sulla "trattativa". Intanto, secondo l'ex procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna: in Cosa nostra si torna a parlare di "dissociazione". E a dare voce al tentativo di prendere le distanze dalla mafia sarebbe proprio l'ergastolano Filippo Graviano. L'ex magistrato, ora in pensione, riconosce nelle parole pronunciate recentemente dal capomafia davanti ai magistrati di Firenze e durante il confronto con l'ex braccio destro, Gaspare Spatuzza, passato tra le fila dei pentiti, un tentativo di allontanarsi dall'universo mafioso. La disponibilità a rispondere ai pm toscani, quell'"io sono cambiato", più volte ripetuto, il rispetto e la comprensione tributati all'ex amico Spatuzza, mai attaccato durante il faccia a faccia, sono per Vigna emblematici di una scelta. Secondo Alfonso Sabella, ex pm della Dda di Palermo, poi braccio destro di Giancarlo Caselli al Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, che proprio dal Dap fece naufragare il tentativo di dissociazione intrapreso da alcuni boss. "Altro che dissociazione in questo caso", spiega Sabella che, dopo il "licenziamento" dal Dap da parte dell'ex capo Giovanni Tinebra, succeduto a Caselli, è stato trasferito al tribunale di Roma. "I boss sanno benissimo che in questo momento non ci sono le condizioni per ipotizzare una legislazione in tal senso. Piuttosto, Graviano - spiega - manda messaggi a chi è fuori e non ha saputo mantenere le promesse che aveva fatto. Un po' come dire: io non mi pento, ma state attenti che se parlo io, sono guai seri". "C'é tutta una generazione di ex 40enni, ora prossima ai 50 anni, - aggiunge Sabella - con condanne all'ergastolo definitive e senza prospettive di uscire dal carcere, che si sente tradita da chi aveva dato garanzie, poi fallite. Sono arrabbiati. E Graviano è uno di loro. I suoi sono avvertimenti. E, ne sono certo, parla anche per il fratello".......aloi calabrese |
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