Io penso che ..il più grande nemico di Berlusconi..sia lui stesso,credo che in fondo sia ,forse, l'unico che possa autoeliminarsi,con i suoi comportamenti,con le sue coglionate ,i suoi sproloqui .Sentite cosa dice :"Parlando con i giovani del Pdl ho fatto un'oggettiva foto di quel che avviene nel nostro paese: c'é un macigno sulla democrazia, forze che usano la giustizia a fini di lotta politica, per eliminare un protagonista che a loro non va bene, forze che hanno fatto patti con chi sta in politica garantendo loro protezione e per far passare una legge che a loro non va bene" lo dice parlando alla festa del Pdl a Milano.
"La sovranità è trasferita dal popolo ai pm". ha continuato Berlusconi. "Se una legge non piace ai pm questi la impugnano e ricorrono alla Corte Costituzionale formata, lo sappiamo tutti, è un dato oggettivo, da 11 giudici di sinistra che sotto la pressione dei pm di sinistra abrogano le leggi". "Il popolo - ha proseguito - secondo la Costituzione dovrebbe avere la sovranità popolare che trasferisce al Parlamento che vara le leggi. Con questa situazione la sovranità è trasferita ai pm". Attacca ancora,ma stavolta in piena giorno e non potrà neanche giustificarsi prendendo come scusa l'ora tarda l'aria alcolica e la cena pesante : "C'é un poter dentro la magistratura che ci tiene sotto scopa", ha detto ,"è nostro diritto e dovere di chiedere una commissione con i poteri dei pm affinché si indaghi su cosa è accaduto in questi anni, anche a difesa dei giudici onesti". Poi passa agli insulti,obiettivo principale:Di Pietro: "Di Pietro ha affermato che ha ottenuto una laurea vera, da qui ho dedotto che bisognava riformare l'Università". Ed alle accuse : "A Napoli i rifiuti hanno un nome: Rosa Russo Jervolino,a Napoli - ha affermato - ciò che non funziona è il servizio di raccolta rifiuti perché c'é un'amministrazione di sinistra che non sa farlo funzionare. L'ho detto forte e chiaro, a Napoli i rifiuti hanno solo un nome: Rosa Russo Jervolino". Berlusconi ha quindi annunciato che in settimana a Napoli si recherà Guido Bertolaso. Le bugie:"Si sono inventati la corruzione - ha detto negando che in Abruzzo siano in corso delle cause per casi di corruzione all'indomani del sisma dell'aprile 2009 - ma in quegli appalti non c'é nessuna causa che sta in piedi. Ci sono stati 3 mila appalti realizzati da liberi professionisti che hanno messo a disposizione il loro lavoro a titolo gratuito e nessuna impresa ha presentato una causa". Ha continuato con le bugie "ai risultati raggiunti dal governo: nessuno - ha detto - ha fatto così tanto in poco più di due anni". Il premier ha richiamato oltre all'Abruzzo, l'intervento nella crisi dei rifiuti in Campagna, il salvataggio di Alitalia "con quindici coraggiosi imprenditori che hanno tenuto nelle nostre mani la compagnia di bandiera" e la crisi economica. "Sono stato il primo premier al mondo - ha rivendicato - che si è presentato in televisione per garantire ai cittadini che i loro risparmi non correvano rischi". Ha continuato poi con il solito schema l'autocelebrazione bugiarda: Nella crisi "nessuno è stato lasciato solo, lo Stato è ritornato a fare lo Stato, uno stato generoso e amico dei suoi cittadini".: "Due anni fa abbiamo riunito otto componenti in un unico partito di centrodestra, nel marzo 2009 nacque Pdl che rappresentava moderati, riformisti, uomini di buon senso e buona volontà. Gli italiani risposero dal cuore non 'partito' della libertà, ma Popolo della Libertà. Avevamo vinto elezioni, dato vita a governo solido che si reggeva su maggioranza solidissima, nessun governo ha fatto così tanto in poco più di due anni: c'é da stropicciarsi gli occhi solo a leggere l'opuscolo che manderemo a tutti gli italiani per sapere ciò che abbiamo fatto". I numeri: "Avevo ed ho ancora il 60% di gradimento nei sondaggi". Conclude con l'ultima minchiata : "Senza tema di essere smentito dico che mai nella storia il nostro Paese ha avuto il rispetto e il peso come quello che ha oggi sulla scena internazionale". Specie se ci facciamo sparare addosso dagli "amici libici" ,con le motovedette che generosamente berlusconi ha loro regalato...bravo. 03 ottobre 2010 aloi calabrese
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L'uomo, 51 anni, padre di quattro figli, lavorava come collaboratore scolastico, grazie......maristella (ANSA)-PALERMO, 4OTT- Un precario della scuola, Filippo La Spisa, minaccia di buttarsi dalla sede dell'ufficio scolastico provinciale perche' rimasto senza lavoro L'uomo, 51 anni, e' salito nell'edificio dopo avere appreso che non rientra nella graduatoria per poter ottenere l'incarico. All'ex provveditorato sono in corso le convocazioni per collaboratori scolastici, amministrativi e tecnici. E' intervenuta la polizia.
Angelo Graci,un sindaco..."fuori " Un municipio vuoto. Una città senza sindaco,indagato per corruzione,obbligato dal giudice a dimorare fuori dalla sua città,Angelo Graci(pdl) ha spostato il suo ufficio nella villeggiatura allontanato da un provvedimento della magistratura e con un processo in corso. Una giunta formalmente in carica, cambiata e ricambiata infinite volte in due anni di malgoverno,di giorni ne sono passati tanti ,ormai, vuoti di progetti e di risultati. Vuoti di speranza in questa città sconfitta. Sempre uguali.
Licata è un caso nazionale di democrazia dimezzata, di potere senza contropotere. Un’anomalia che non ha precedenti nella storia dei comuni italiani,è un caso politico di sproporzionate dimensioni che non si può ignorare, far finta di non vedere:un consiglio comunale che si dimette, un sindaco e una giunta che rimangono in carica sono un caso politico. Assessori che si dimettono e prendono "le distanze dal sindaco. Il Pd locale incalza e a fine Agosto scrive: “È ora di porre fine a questa ridicola vicenda, che sta mettendo in ginocchio la cittadinanza licatese. Se non vuole ascoltare la nostra richiesta, segua almeno i consigli del dimissionario Sanfilippo, il quale dopo una breve esperienza assessoriale ha semplicemente invitato “il sindaco a prendere atto dell’incresciosa situazione politico-amministrativa e (…) di conseguenza a dimettersi. Al vacanziere Graci ricordiamo che Ferragosto è ormai passato, e di solito i vacanzieri dopo il 15 agosto tornano a casa: faccia lo stesso per il bene di Licata!” In risposta il sindaco"contumace"scrive una lettera aperta ai suoi concittadini,lettera nella quale spiccano le parole:"complotto,innocente,irreprensibile condotta morale"e la sostanza si condensa in:"le mie dimissioni, oggi, diventerebbero inevitabilmente, una fuga, un atto di codardia ed implicita ammissione di colpevolezza, un vantaggio politico e un successo immeritato per i miei delatori , perché poggerebbe sulla calunnia e sull’infamia".E conclude con:(......) mio primo fine l’amore e l’interesse per la mia città, e nel contempo,di approntare le giuste difese nel processo con il rispetto massimo della Magistratura giudicante, che sono sicuro e cosciente mi vedrà assolto, perchè sono innocente, e solo quando, ristabilita questa verità, deciderò nei soli interessi di Licata e dei Licatesi, probabilmente prenderò la decisione di dimettermi". Scriveva così il 30 di Agosto, Angelo Graci, ma dove nascono i suoi guai giudiziari? Lo scandalo è praticamente "scoppiato" in diretta sugli schermi delle tivù locali quando un impresario di spettacoli - non quello che aveva vinto l'appalto, ma un altro - ha candidamente ammesso: «Per lavorare a Licata bisogna pagare qualche "contributo" ".Da qui,a che i carabinieri abbiano piazzato le "cimici" il passo è stato brevissimo :e dagli appuntamenti fra il presunto corrotto e il presunto corruttore alle chiacchiere tipo:«Mangio io, mangi tu, mangiamo tutti», dal divieto di dimora ordinato per il sindaco alla sua scellerata scelta di non andarsene. L'11 ottobre altra puntata,con la nuova udienza processuale, l'interrogativo è :avrà la decenza di dimettersi?....Ci crediamo poco. 02 Ottobre 2010 aloi calabrese Un uomo armato di una pistola, non si sa ancora se un'arma giocattolo, sarebbe stato sorpreso da un agente della scorta del direttore di 'Libero', Maurizio Belpietro. L'uomo,dicono, è stato notato dall'agente che aveva appena accompagnato,guarda caso, all'uscio di casa Belpietro, in un condominio del centro di Milano in via Monti di Pietà, mentre era sulle scale. Secondo quanto ricostruito, l'uomo, di altezza di circa un metro e 80, sui 40 anni, ha puntato l'arma verso l'agente, che é riuscito a ripararsi dietro una colonna del pianerottolo e ha poi sparato due colpi a scopo intimidatorio. Un terzo colpo è stato poi esploso successivamente. L'uomo è riuscito a fuggire anche perché il condomimio ha diverse uscite. Non sono state trovate tracce di sangue sul luogo.
''Sto bene, sono tranquillo. Io sono una persona tranquilla e serena, certo, da ieri un po' meno'' dice il direttore di Libero. Belpietro ha ripercorso la vicenda e ha ribadito che il suo caposcorta gli ha salvato la vita rischiando la sua, visto che l' aggressore gli ha puntato addosso la pistola, che guarda ancora caso,poi si e' inceppata. 01 ottobre 2010 aloi calabrese Berlusconi invoca commissione d'inchiesta: c'e' associazione a delinquere tra toghe di sinistra 'Ci sarebbe da chiedere una commissione parlamentare che faccia nomi e cognomi e dica se, come credo io, c'e' una associazione a delinquere nella magistratura'' tra ''giudici di sinistra che vogliono sovvertire il risultato elettorale,e che attraverso questo accordo, questa interpretazione assurda della giustizia, vogliono eliminare colui che e' stato eletto... quindi c'e' un macigno sul nostro sistema democratico, che e' costituito da questa organizzazione interna..." . Lo dice ,parlando con voce impastata, in un video, che lo ritrae a parlare con alcuni simpatizzanti la sera del 29 settembre sotto palazzo Grazioli. "Dovetete essere sicuri che io sono disperato,aggiunge nella sua farneticazione berlusconi, certe volte. Tutte le volte che c'e' un processo che mi riguarda mi danno dell'impunito. E invece nessuno, nemmeno uno dei fatti che mi sono contestati nei processi sono fatti veri''. Poi riscopre la vena barzellettiera racconta l'ennesima barzelletta sugli ebrei. Eccola : ''Un ebreo racconta a un suo familiare... Ai tempi dei campi di sterminio un nostro connazionale venne da noi e chiese alla nostra famiglia di nasconderlo, e noi lo accogliemmo. Lo mettemmo in cantina, lo abbiamo curato, pero' gli abbiamo fatto pagare una diaria... E quanto era, in moneta attuale? Tremila euro... Al mese? No al giorno... Ah, pero'... Be', siamo ebrei, e poi ha pagato perche' aveva i soldi, quindi lasciami in pace... Scusa un'ultima domanda... tu pensi che glielo dobbiamo dire che Hitler e' morto e che la guerra e' finita?... Carina eh?'' Tutto ciò la sera del suo compleanno.Dopo le sparate di Bossi ,nel buio della notte,tra alcool,cosce e tette,ecco che anche il "cavaliere si fa beccare a ruota libera in una situazione analoga....sarà un vizio/vezzo di questi vecchi,ieri compiva 74 anni,rincoglioniti del centrodestra? Povero Schifani,Settembre nero per lui dopo che ,a Torino, viene investito da una valanga di fischi e di urla( “Ma-fio-so” gli hanno urlato contro i manifestanti del movimento Resistenza viola e Movimento Cinquestelle)arrivano le indiscrezioni in merito ad una inchiesta per mafia che lo vedrebbe indagato dalla Procura della "sua" Palermo,un atto dovuto dopo le dichiarazioni ai magistrati di Gaspare Spatuzza e di Francesco Campanella. La procura smentisce,ma che deve fare se non smentire?
Schifani, strepita: 'Accuse ripetute, infami e false; totale estraneita' ai fatti'. L'esponente Pdl aggiunge: 'Prendo atto,dice, della smentita del Procuratore della Repubblica di Palermo, Messineo. Considero e ho sempre considerato la trasparenza, la correttezza umana, deontologica e professionale i principi irrinunciabili della mia esistenza'. Fini ha telefonato al presidente del Senato e gli ha espresso la propria solidarietà in merito a quanto anticipa l'Espresso, notizia che il Giornale , quotidiano di famiglia berlusconi, bolla come Bufala dell'Espresso,ma nonostante le smentite della Procura di Palermo del presidente del Senato Renato Schifani e dello stesso "Giornale" la direzione dell’Espresso non arretra di un centimetro e conferma le accuse: in un comunicato, diramato, del settimanale,si legge:”In merito all’indagine sul presidente del Senato si conferma l’esistenza di una inchiesta iscritta quest’anno nel registro generale notizie di reato della Procura della Repubblica di Palermo”. (non dalla redazione di Repubblica). Schifani era già stato indagato con l’accusa di aver appoggiato, seppur esternamente Cosa Nostra. Era finito coinvolto in una inchiesta su appalti pilotati dalla mafia a Palermo, e la sua posizione era stata archiviata. Anche allora come oggi – ha ricordato L’Espresso dando la notizia – le principali accuse erano arrivate dai collaboratori di giustizia. “Adesso, sono le rivelazioni di Spatuzza e a quelle di un altro pentito, Francesco Campanella – il mafioso-politico che tra l’altro fornì una falsa carta d’identità a Bernardo Provenzano per consentirgli di farsi operare in Francia – a tirarlo di nuovo in ballo. Il verbale con le dichiarazioni del guardaspalle dei Graviano trasmesso dai magistrati di Firenze e un esposto presentato da Campanella proprio nei confronti del presidente del Senato hanno convinto i pm palermitani della necessità di esercitare l’obbligatorietà dell’azione penale“. La difesa di Schifani: Sono fermamente convinto - dichiarava i due anni fa – che la lotta a tutte le mafie non dovrà avere, ma neanche mostrare, alcuna pausa. Su questo fronte il Parlamento ha legiferato proficuamente, stabilizzando il 41-bis ed ha sostenuto magistratura e polizia giudiziaria in quella fruttuosa opera che da sette anni ad oggi ha consentito la cattura di pericolosi latitanti ai vertici della criminalità organizzata, recidendo molti rami della mala pianta del racket delle estorsioni“. Strombazzava la che lotta alla mafia era una delle battaglie ,per lui, più sentite: “Permettetemi di soffermarmi su questo punto - continuava - Da siciliano, infatti, sento forte la necessità di un impegno crescente per la sicurezza e per l’affermazione dei valori di legalità perché ho vissuto, insieme a tutti gli altri siciliani, il dolore di vedere la mia terra ferita, vessata, umiliata e, insieme, l’orgoglio di vedere una Sicilia che non s’è mai piegata né mai data per vinta e che è stata capace, invece, di rialzarsi e gridare il suo rifiuto alla violenza, alla prepotenza, all’illegalità“. “Voglio rivolgere un pensiero – diceva Schifani – a quegli eroi civili della lotta alla mafia che, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, hanno donato la loro intelligenza e la loro vita: tanti, troppi caduti tra magistrati, uomini delle forze dell’ordine, giornalisti, imprenditori ai quali ci inchiniamo, riconoscenti e debitori“. Ora, da sospettato di legame con la mafia a paladino della lotta antimafia a di nuovo indagato,qual'è la sua vera identità?...troppe ombre,troppi punti oscuri per uno che "si trova" ad essere la seconda carica dell0 stato..... 01 ottobre 2010 aloi calabrese |
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