Un'altro passo verso il partito dell'amore.....bisogna riconoscere che si stanno davvero impegnando.12/30/2009 L'altra sera a Blob su rai3 ho visto due coglioni uno nelle vesti di intervistatore l'altro in quelle di intervistato, chi erano i due?:Il primo risponde al nome di lamberto sposini,l'altro era il"novello goffredo di buglione"...la russa, ministro della repubblica ed esponente di punta del neo partito dell'amore lo stesso che qualche giorno fa esaltava,nostalgicamente, i repubblichini della x mas ,ma qual'era l'argomento della discussione?...il solito crocifisso,sul quale hanno frantumato le palle,la russa stava dicendo (veramente urlando):"Possono morire..tutti!!!Non lo toccheranno il crocifisso, resterà in tutte le aule della scuola,possono morire tutti ,anche questi organismi internazionali che non contano nulla."Applauso del pubblico (caffè pagato)e risposta di Sposini :"Lo sa ministro,io la penso esattamente come lei."Tra coglioni ci si intende.
Continuando sul tema dell'amore registriamo quanto pubblicato dal Giornale,organo del partito dell'amore (una specie di pene cartaceo)e dalla padania che ha rievocato addirittura la battaglia di Lepanto per manifestare l' amore verso il prossimo,rappresentato da chi non ha la pelle del tuo stesso colore e prega magari un altro dio :"Serve una nuova Lepanto, oppure occuperanno tutto l’Occidente. Manca ancora, appunto, un novello Pio V". Enrico Macchi lo scrive rievocando una battaglia truculenta, che portò alla morte di circa duecentomila di persone (altro che inneggiare a Tartaglia)."È facile il parallelo - si legge nell'editoriale - tra gli accadimenti di allora e gli eventi di questi giorni, i rapimenti in Mauritania».«Ma il riproporsi della storia - si rammarica il quotidiano - è solo parziale: purtroppo diverso è l'atteggiamento che l'Occidente cristiano adotta di fronte al pericolo. La Chiesa, allora, non si scusò come fa oggi, anzi reagì con estrema fermezza. Papa Pio V promosse un'alleanza tra i Principi cristiani contro i turchi" "Tendere la mano e' inutile, serve una Lepanto. Ora come allora siamo sotto attacco. Ma non dimostriamo di saper reagire". 'La Padania' se la prende anche con la Chiesa, perche' nel 1571 "seppe coalizzare la cristianita'", mentre "oggi certa Chiesa appare arrendevole, schiacciata com'e' su posizioni solidaristiche che sono perdenti di fronte all'atrui aggressivita".Il nuovo Pio V dei nostri tempi: "Gli Stati Uniti sanno reagire, anche Bossi ha dato loro atto di questo". "Il problema della Chiesa, di certa Chiesa - sostiene ancora il giornale leghista - è che mira a convertire il mondo. Così per avere una parrocchia in più in Turchia, è quasi disposta a svenderci". Questa la padania,non è più tenero il giornale che incalza: "Fermiamo gli immigrati islamici"è il titolo d'apertura puntando il dito contro la legge sulla cittadinanza: "Puo' facilmente trasformarsi in un harakiri al quale noi leggeroni ci stiamo predisponendo". "Vogliamo assegnare la cittadinanza a gente tra la quale e' probabile siano reclutati assassini potenziali e addestrati a distruggerci? Assurdo". Attacca poi l'amministrazione comunale di Genova rea di avere assegnato un'area "grande, oltre cinquemila metri quadrati di terreno e minareto a svettare sulla Lanterna" "Tutti «sì» a favore del patto firmato con la Fondazione Islamica Genova. Che neppure esiste, ma che secondo sindaco e compagni ha già dato ampie rassicurazioni di non avere legami con l’Ucoii o con gli estremisti islamici. Quindi avrà l’area gratuitamente per i prossimi 60 anni e già nel 2010 potrà iniziare i lavori. È tutto scritto sul testo della convenzione, quindi va bene così. D’altra parte, se anche il nigeriano che voleva far saltare l’aereo per Detroit aveva compilato il questionario assicurando di non essere in volo per gli Stati Uniti con lo scopo di fare il terrorista, Marta Vincenzi non ha certo bisogno di altre garanzie per dare la moschea alla comunità islamica che assicura di ripudiare il terrorismo". Ecco come,facilmente,generalizzando tratta l'argomento lanciando messaggi d'amore verso chi ha un diverso colore della pelle e prega un'altro dio... Un gentile ed amorevole pensiero da proporre per il nuovo corso della storia politica italiana, un altro,significativo, passo verso il partito dell’amore e contro l’odio...come predicato in questi giorni dai loro profeti...aloi calabrese
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Cominciamo con una buona notizia :
"La Commissione tributaria ha accolto la domanda di sospensiva della Tarsu 2006 confermando l'orientamento già espresso dal Tar sull'illegittimità dell'aumento del 75%. E' stata così data ragione ad una opposizione che denuncia l'illegittimità del provvedimento e l'arroganza di chi lo ha emesso". Lo dice Leoluca Orlando, portavoce nazionale dell'Idv. "Mi auguro che le associazioni dei consumatori vogliano svolgere il loro ruolo - continua - fornendo indicazioni ed assistenza ai contribuenti palermitani illegittimamente vessati per coprire scelte dissennate, clientelari e ipotesi di reati formalmente denunciati più volte dalla Corte dei conti dalla Guardia di finanza e dalla magistratura penale". Solo che le buone notizie non bastano ad equilibrare le notizie di "nera" che ci troviamo poi a commentare,a cosa ci riferiamo? Il Consiglio comunale di Palermo ha approvato il piano di ricapitalizzazione dell’AMIA(Azienda Municipalizzata Igiene(?) Ambientale) , un atto di indirizzo da portare al tribunale fallimentare per convincere i giudici che l’AMIA è risanabile. La delibera è stata votata dal centrodestra (PDL e UDC), con numerose assenze e scontri interni. Il centrosinistra si è astenuto (ad eccezione di due consiglieri:Pellegrino e Monastra che hanno votato contro). L'operazione prevede la cessione all'ex municipalizzata del 49% delle quote azionarie dell'Amg, azienda del gas di Palermo, pari a 64 milioni di euro, del terreno di Bellolampo dove si trova l'ex poligono di tiro militare pari a 11 milioni di euro, e di palazzo La Rosa e palazzo delle Ferrovie per 21 milioni di euro. In totale la ricapitalizzazione dell'azienda che si occupa della raccolta e del conferimento dei rifiuti a Palermo ammonta così a 96 milioni di euro. Ecco come il consigliere del PD Maurizio Pellegrino motiva ampiamente le ragioni del suo voto contrario a questa operazione di "finanza creativa": 1)Il risanamento dell’AMIA è un bluff Il presunto risanamento dell’AMIA è un grande bluff. Se è vero, infatti, che sono state avviate alcune operazioni di contenimento dei costi è altrettanto vero che la gran parte di riduzione delle spese si è ottenuta con un ridimensionamento dei servizi. La gestione Lo Cicero ha, infatti, tagliato la raccolta domenicale e festiva, la bonifica delle discariche abusive e dell’amianto, la rimozione delle auto abbandonate e delle carcasse degli animali morti e altre cose ancora. I risultati di questi “risparmi” sono nella situazione catastrofica di Palermo. Inoltre, questi servizi, prima o poi, dovranno essere ripristinati dal Comune e saranno nuovi costi aggiuntivi al contratto di servizio. 2) La congruità dei costi è sempre più lontana La Corte dei Conti ha più volte rilevato che il costo dei servizi dell’AMIA è eccessivo, così come eccessivo è il peso del personale (almeno 800/900 persone in più). Con il taglio dei servizi si arriva al paradosso che con lo stesso personale di prima si stanno effettuando minori lavorazioni, aggravando e non alleviando la situazione denunciata dai giudici contabili. 3) Un nuovo “buco” è alle porte Con una delibera di protezione civile il Comune è stato autorizzato ad anticipare ad AMIA due mensilità del corrispettivo del 2010. Questo vuol dire che i soldi stanziati quest’anno non sono bastati e che l’anno prossimo ci troveremo a cercare il corrispettivo che quest’anno già mancava e i due mesi che mancheranno nel 2010. Il buco è di circa 30 milioni. 4) Il Piano non salva sicuramente l’AMIA dal fallimento Il problema dell’AMIA è rappresentato dai problemi gestionali e finanziari di cui ai punti 1), 2) e 3) e dall’enorme massa di debiti , pari a circa 180 milioni. L’Amministrazione sostiene che tale cifra si è abbassata a circa 120/130 milioni. Questo è tutto da dimostrare. Ma anche a far buona questa cifra il Comune ha approntato un piano che prevede il conferimento del 45% delle azioni AMG, di due edifici comunali e la trasformazione dei crediti in denaro contante tramite il conferimento a una finanziaria. Il denaro fresco che affluirà alla fine di questa operazione non sarà superiore ai 30/40 milioni, ben lontano quindi dall’ammontare della massa dei debiti. I creditori, a quel punto, potrebbero aggredire le quote di AMG e ci troveremmo, quindi, ad avere per vie molto contorte, dei soci privati in quell’azienda, con conseguenze e complicazioni che qui non richiamo ma sulle quali si dovrà tornare. Perché, nonostante tutte queste evidenze Cammarata e Lo Cicero hanno presentato il Piano mentendo sulle tante sue falle? Il 20 gennaio si tiene, davanti al Tribunale fallimentare, l’udienza per il Commissariamento dell’AMIA o, in subordine, per il suo fallimento, richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Palermo. L’Amministrazione comunale vede come fumo negli occhi questa eventualità. Innanzitutto perché sarebbe clamorosamente acclarata la gestione fallimentare della più grande azienda partecipata del Comune con conseguenze politiche negative fortissime a Palermo e in tutto il Paese; in secondo luogo perché il Commissariamento o le procedure fallimentari consentirebbero a personalità esterne all’Amministrazione di mettere le mani sulle malefatte della gestione Cammarata/Galioto e di fare il punto sul reale stato dell’Azienda. Poco importa sapere, a Cammarata & c., che questa è veramente l’ultima occasione di salvare l’AMIA. Infatti, con il commissariamento richiesto dalla Procura, si bloccherebbero immediatamente tutte le azioni esecutive proposte dai creditori e sarebbe presentato entro pochi mesi un piano di salvataggio dell’Azienda che, a quel punto, sarebbe veramente una questione non più politica ma di interesse generale, garantita da personalità esterne e di sicura professionalità. E’ questa procedura che si cerca a tutti i costi di evitare, non nell’interesse dell’AMIA e dei suoi lavoratori ma di quel gruppo di potere che l’ha governata in tutti questi anni e che vede in questa ennesima, inutile, operazione di conferimento di beni pubblici, l’unica possibilità di salvarsi. Fin qui le ragioni di Pellegrino,intanto l'Amia è oggetto di diverse indagini: una per truffa, l'altra per due ipotesi di falso in bilancio. Entrambe sono ormai concluse. In tutto i pm hanno chiesto il rinvio a giudizio di 36 persone, tra operai fannulloni, dirigenti compiacenti e vertici accusati di avere truccato i conti. Il tutto mentre sulle scrivanie della Procura si accumulano le carte di altri filoni di inchiesta: quello sugli appalti irregolari e sui dipendenti assenteisti. "E' un passo importantissimo per l'azienda, per venire fuori dallo stato di pre-fallimento". Cosi' Gaetano Lo Cicero, commissario liquidatore dell'Amia, l'azienda che gestisce i rifiuti a Palermo, ai microfoni del Tgr Sicilia commenta il via libera del Consiglio comunale alla ricapitalizzazione della societa'. "Naturalmente siamo ben consapevoli che i servizi hanno sofferto in questi mesi. La riduzione dei costi e' stata drastica e ci sono state conseguenze" La situazione dei rifiuti registra intanto situazioni di estremo disagio ancora incendi nella notte scorsa a Palermo, dove sono stati date alle fiamme cassonetti stracolmi di rifiuti. Dei roghi sono stati segnalati nella zona di corso dei Mille e nel quartiere di Borgo Nuovo, ma l'incendio piu' vasto si e' verificato in via del Levriere, nel quartiere di Bonagia, dove e' stato appiccato il fuoco a una sorta di mini-discarica, con la spazzatura accumulata da giorni e giorni per via della mancata raccolta da parte dell'Amia. I vigili del fuoco hanno impiegato circa due ore per domare le fiamme. Gli agenti del Nopa della polizia municipale hanno scoperto nella zona di Partanna Mondello, due discariche abusive utilizzate come sede di stoccaggio di rifiuti speciali, altamente pericolosi. Due persone sono state denunciate. Pensare che qualche consigliere dopo la votazione è andato,spero in buona fede, a dormire soddisfatto per avere contribuito "a salvare l'AMIA".....aloi calabrese "Sui quotidiani di oggi ci sono degli articoli a dir poco interessanti: la menzogna viene spacciata per verita'."
Si apre così il post sul blog di Antonio Di Pietro,ma a cosa si riferisce?. Vediamo: " Mettono in evidenza che si deve celebrare il decennale di Craxi: un omaggio di Berlusconi. Dopo tutto, chi altri poteva omaggiare un latitante, pluricondannato e corrotto che, commettendo innumerevoli reati, ha rovinato sia la credibilita' del Paese che quella delle Istituzioni, se non proprio lui, Silvio Berlusconi? Tra simili si ritrovano". Ma cosa ha provocato la reazione così "piccata" del massimo esponente dell'IDV? ecco:Letizia Moratti, sindaco di Milano, comunica l'intenzione di dedicare una via o un parco al presidente del consiglio socialista morto in" esilio "perché condannato. Il Quirinale comunica l'incontro di Napolitano con i membri della Fondazione Craxi.Naturalmente Di Pietro considera «una distorsione della realtà» riabilitare «un latitante» condannato «per corruzione e illecito finanziamento ai partiti, responsabile di tanti debiti nelle casse dello Stato nella prima repubblica». La scelta della Moratti dovrebbe avvenire intorno al 19 di gennaio, quando,pare, il Presidente della Repubblica debba ricordare il leader socialista con una cerimonia al Senato. La Moratti, comunque, sarebbe convinta che sia il giusto riconoscimento «per un uomo che ha dato una svolta al Paese». Lapidaria la risposta di Di Pietro :"Va bene una targa a Craxi. Basta che si aggiungano le cariche che aveva quando era in vita: politico e latitante". Craxi era stato condannato in uno dei processi di tangentopoli per le vicende del finanziamento irregolare ai partiti. "Io credo che ci sia una distorsione della realta', attraverso tentativi di riabilitazione di una persona condannata per corruzione e illecito finanziamento ai partiti, responsabile di tanti debiti nelle casse dello Stato nella prima repubblica. Anche oggi continua a essere scambiato per una persona in esilio, in realta' era latitante" Questa risposta ha naturalmente scatenato il solito vespaio nel centrodestra,in un clima di "daglialluntore"a rispondere sono i soliti noti: "Con i suoi insulti a Craxi, estesi a Berlusconi, e con le sue minacce ed intimidazioni al presidente della Repubblica Napolitano, Di Pietro conferma che purtroppo esiste nel nostro sistema politico e mediatico un grumo di incivilta', di odio, di rozzezza del quale l'ex Pm ed il suo partito sono la punta dell'iceberg", dice il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. "Ciò che oggi ha detto Di Pietro riguardo alla memoria di Bettino Craxi, riferendosi addirittura a ciò che dovrebbe o non dovrebbe dire il Presidente della Repubblica in occasione di una cerimonia di commemorazione è senza precedenti. Non ci sono più parole ormai per qualificare, stigmatizzare e polemizzare con un uomo che fa della provocazione, dell insulto, della volgarità il suo programma politico". ". Lo dice il coordinatore del Pdl e ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi. Incredibile la santificazione che la Boniver fa di Craxi:" In vista del decennale della scomparsa in esilio di Bettino Craxi si scatena in automatico la 'quinta essenza' del giustizialismo piu' barbaro che ha in Di Pietro il suo epigono". "Bettino Craxi -aggiunge- e' gia' entrato nella storia come uno dei migliori politici del XX secolo, in quanto porto' il Psi alla sua massima visibilita'. Forse non valuto' appieno la potenza della campagna di demonizzazione a cui lo sottopose l'allora Pci in combinazione con i Pm d'assalto ed i soliti media scatenati per abbatterlo. E' ancora oggi ricordato dalle persone consapevoli come un grande patriota e un grande statista. Bene fa la Moratti a dedicare al 'grande milanese' un luogo per ricordare la memoria''. «Letteralmente indecenti, e mostrano Di Pietro per quello che è» è la considerazione di Daniele Capezzone. Di tutt'altro avviso Francesco Saverio Borrelli, procuratore capo della repubblica negli anni di tangentopoli:"Trovo indecoroso, offensivo intitolare una via, una piazza o qualunque cosa ad un personaggio che è morto da latitante. Io comunque non ho nulla di personale contro Craxi - ha precisato Borrelli - Il fatto che in quegli anni fossi a capo della procura non significa per forze avere delle ostilità nei suoi confronti". Poi c'è pure chi lo vorrebbe commemorare al festival di Sanremo ,come Pierluigi Diaco:"Sarebbe bello ed emozionante che il decennale della morte di Bettino Craxi fosse ricordato in una delle serate dell'edizione 2010 del Festival di Sanremo". Ma sul progetto della Moratti incombe il veto dei leghisti:che costruirono la propria credibilità politica sulla demonizzazione del pentapartito e del partitismo consociativista in auge fino ad allora. «Milano ha almeno 100 nomi di personaggi illustri, che non sono passati per San Vittore o nei dintorni, che hanno veramente dato lustro alla città e che meritano venga loro dedicata una via, una piazza o un giardino». Così il capogruppo della Lega a Palazzo Marino, Matteo Salvini, commenta all'ADNKRONOS la proposta lanciata dal sindaco di Milano, Letizia Moratti, di dedicare una via a Bettino Craxi a dieci anni dalla morte. E proprio al sindaco Moratti, Salvini consiglia «di lasciar perdere, di dedicarsi al altro di più importante. Senza alcun livore nei confronti di Craxi -sottolinea- se la proposta dovesse essere presentata in aula, con la Lega in Giunta non passerà». «Sono però sicuro -ha concluso- che il sindaco saprà dedicarsi a tutti quei nomi illustri che hanno fatto grande Milano senza togliere nulla alla città, come invece ha fatto Craxi». Moratti avvisato......aloi calabrese ANSA - NOVARA, 18 DIC - Il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha annunciato la presentazione di due referendum abrogativi. 'Il primo - ha detto - riguarda l'abolizione della legge che vuole realizzare centrali nucleari; il secondo punta a cancellare le norme che hanno privatizzato l'acqua'. L'occasione e' stata l'inaugurazione della sede novarese dell'Idv.
ROMA - Un flacone di Valium avvolto in un biglietto di auguri di Buon Natale. E questo il regalo che il presidente della Camera Gianfranco Fini ha inviato ieri al direttore del Giornale Vittorio Feltri. Significativo anche il messaggio: "Egregio Direttore, per festività 'serene' senza ossessioni e allucinazioni". Firmato: Gianfranco Fini. Gli auguri sono stati inviati ieri dopo che sul quotidiano era comparso un editoriale nel quale Feltri sosteneva che con l'aggressione di Milano a Berlusconi era crollato il piano del ribaltone di Fini.
Da ciò l'invio del flacone del noto tranquillante con annesso biglietto di auguri. Chissà perchè l'amore di berlusconi mi ricorda l'abbraccio della "vergine di norimberga"...
"Mi rimarranno due cose come ricordo di questi giorni: l`odio di pochi e l`amore di tanti, tantissimi, italiani. Agli uni e agli altri faccio la stessa promessa: andremo avanti con più forza e più determinazione di prima sulla strada della libertà. Lo dobbiamo al nostro popolo, lo dobbiamo alla nostra democrazia, nella quale non prevarranno né la violenza delle pietre, né quella peggiore delle parole. In questi giorni ho sentito vicini anche alcuni leader politici dell`opposizione". Parole amorevoli quelle del capo del governo,che continua: "Se da quello che è successo deriverà una maggiore consapevolezza della necessità di un linguaggio più pacato e più onesto nella politica italiana, allora questo dolore non sarà stato inutile. Alcuni esponenti dell`opposizione sembrano averlo capito: se sapranno davvero prendere le distanze in modo onesto dai pochi fomentatori di violenza, allora potrà finalmente aprirsi una nuova stagione di dialogo."Ecco, il martire offre il suo sangue per la redenzione del popolo tutto, poi finisce con l'affondo finale,"In ogni caso, noi andremo avanti sulla strada delle riforme che gli italiani ci chiedono".(Gli avete chiesto qualcosa? io no...solo di andarsene) Se non lo avessimo sentito inveire sino a pochi minuti prima del "presunto attentato",sembrerebbe che i pazzi siamo noi..che dolcezza da vero leader del partito dell'amore..(no..non quello di Cicciolina quello era un'altra cosa). E sentiamo allora gli altri esponenti di questo partito "in love" cosa hanno detto: Cominciamo co cicchitto alla Camera:"In questa campagna di odio non è vero che siamo tutti uguali, perché essa è da sempre concentrata contro una sola persona, contro Silvio Berlusconi. Essa si è avvalsa nel corso degli anni dei materiali più diversi; ultimamente essa è ripartita dai gossip, ma poi si è concentrata su due accuse infamanti e terribili: la mafiosità e la responsabilità delle stragi del 1992-1994. A condurre questa campagna è il network composto dal gruppo editoriale Repubblica-Espresso, da quel mattinale delle procure che è Il Fatto Quotidiano, da una trasmissione televisiva condotta da Santoro e da un terrorista mediatico di nome Travaglio, da alcuni pubblici ministeri che hanno nelle mani alcuni processi tra i più delicati sul terreno del rapporto tra mafia e politica e che nel contempo vanno nei più vari talk show televisivi a demonizzare Berlusconi e da un partito, l’Italia dei Valori, il cui leader Di Pietro sta in questi giorni evocando la violenza, quasi voglia tramutare lo scontro politico durissimo in atto in guerra civile fredda, e poi questa in qualcosa di più drammatico.(......................)." "Questo è lo stato della questione, detto con senso di responsabilità, ma anche con la dovuta fermezza da parte di un gruppo che vede il suo leader in ospedale, colpito da uno squilibrato, la cui mano è stata armata da una spietata campagna di odio, il cui obiettivo è il rovesciamento di un legittimo risultato elettorale." Senza dubbio un discorso "equilibrato, pieno di buon senso e distensivo per tutte le parti in causa"cioè una vera e propria istigazione all'omicidio. Sentiamone un'altro:verdini,lui si sempre pacato..!!:"Capiamo bene il profondo imbarazzo in cui è piombata Repubblica dopo l’aggressione a Silvio Berlusconi. E capiamo bene che ad Ezio Mauro e alla sua cricca faccia male sentir parole fuor di metafora e lontane da ogni ipocrisia, quali quelle pronunciate dall’onorevole Cicchitto alla Camera, il quale non ha fatto altro che fotografare la realtà." Continua ancora pacatamente verdini: "Ma ciò non giustifica la violentissima aggressione verbale di un quotidiano abituato a questi metodi di killeraggio giornalistico, usati senza il minimo ritegno nei confronti di Silvio Berlusconi. Non si può inscenare una violenta, infamante, sistematica, indegna campagna di demonizzazione per poi chiamarsi fuori e considerarsi estranei al gesto di uno squilibrato, che ha preso sul serio il falso ritratto che Repubblica ha dato del premier in questi anni ed ha creduto di fare un gesto eroico cercando di liberare l’Italia da Silvio Berlusconi. E non si può nemmeno cancellare con un fondo, per quanto apprezzabile, tutto ciò che quell’editoriale ha preceduto e, a giudicare dall’articolo odierno di Ezio Mauro, ha seguito. Dopo Silvio Berlusconi, da oggi Repubblica ha un nuovo obiettivo e per questo esprimo la mia fraterna solidarietà all’amico Fabrizio Cicchitto, nella speranza che l’ennesimo attacco di Repubblica non porti alcuna conseguenza". Ancora rose e fiori nei confronti di Repubblica stavolta offerti dal deputato del Pdl Giorgio Lainati:"Repubblica continua con la sua strategia di odio contro il centrodestra e i suoi rappresentanti. Ma con buona pace di Ezio Mauro e compagni, come non si e’ mai lasciato intimidire Silvio Berlusconi cosi’ non si lascera’ intimidire Fabrizio Cicchitto che ha avuto il coraggio di denunciare con chiarezza il network di seminatori di cattiverie egli stesso e’ rimasto vittima". Ecco finalmente una che vuole abbassare i toni.....ma non ora: Margherita Boniver deputato del Pdl:"Certamente daremo ascolto all’ accorato appello del capo dello Stato ad abbassare i toni. Non possiamo tuttavia dimenticare la lunga stagione del character assassination nei confronti di Silvio Berlusconi, culminata con la violenta aggressione di domenica. C’e’ una regia esperta nelle tre ’d’, dileggio, demonizzazione e diffamazione che vede molti registi, molti attori ed un solo bersaglio: Silvio Berlusconi". La Russa chiama in causa il NoBday :"La soluzione è politica. Occorre comprendere che bisogna distinguere gli attacchi politici dalla caccia all’uomo: il no B day è la vergogna delle vergogne dell’Italia. La maggioranza ha tutto l’interesse affinché ci sia un clima sereno anche se è difficile mantenere la calma" Infine ancora su Repubblica da Giorgio Stracquadanio, deputato del Pdl: "Non c’e’ da stupirsi se le prima fabbrica italiana dell’odio, ’Repubblica’, confermi di voler mantenere elevata la produzione di falsita’, calunnie, manipolazioni, invettive. Ezio Mauro sostiene che la missione di quel giornale sarebbe quella di informare ’soprattutto degli abusi del potere, nell’interesse dei cittadini’. Si ascrivono a questo nobile ideale il falso in cui, pochi giorni fa, si annunciava in prima pagina una presunta modifica alla legge contro l’irragionevole durata dei processi?". Continua Stracquadanio: "Si ascrive all’interesse dei cittadini presentare la propria evasione fiscale come un comportamento esemplare? ’Repubblica’ farebbe meglio a dire chi e’ veramente e qual’e’ la sua autentica missione: l’house-organ di un gruppo imprenditoriale che ha sempre utilizzato in modo opaco i suoi rapporti politici per salvarsi dai ripetuti fallimenti in ogni campo. Ecco perche’ tanto odio verso Berlusconi, colpevole di essere imprenditore e politico di successo. Altro che cittadini!. Quanto agli amici del ’Fatto Quotidiano’. Perche’ si lamentano della definizione di mattinale di procura? Doverebbero considerarlo un riconoscimento del ruolo che essi hanno scelto di interpretare"Per concludere riportiamo,per dovere di cronaca un intervento di capezzone:"Silvio Berlusconi ,come Presidente del Consiglio, come leader del Pdl, e come persona a cui la maggioranza degli italiani ha dato e continua a dare una fiducia enorme, e’ oggi, letteralmente, un presidio di democrazia e di rispetto della volonta’ popolare".(Pare vogliano dichiararlo patrimonio dell'umanità,almeno sembra questo l'orientamento dell'UNESCO,secondo capezzone). Infine,la ciliegina:Berlusconi non nutre alcun sentimento ostile nei confronti di Massimo Tartaglia, l'uomo che lo ha colpito domenica sera con una miniatura del Duomo di Milano in polvere di marmo: ''Il premier - ha assicurato il suo medico - non e' un uomo che serba rancore"(per cui aspettiamoci un gesto di magnanimità:il perdonoa Massimo Tartaglia ,da parte sua). In ogni caso...salvatemi dall'amore di berlusconi... aloi calabrese L'occupazione è diminuita nel terzo trimestre di 508mila unità rispetto allo stesso periodo del 2008 (-2,2%), mentre ha perso 120mila unità rispetto al secondo trimestre del 2009. Il calo dei posti registrato nel nord è di -274mila, nel Mezzogiorno di -196mila mentre il centro tiene e perde solo 38mila unità. Lo rileva l'Istat precisando che è il calo peggiore dal '92, anno di inizio delle serie storiche, e che 386mila posti sono stati persi nell'industria.
"Questo risultato deriva da un'ulteriore caduta dell'occupazione autonoma, dei dipendenti a termine e dei collaboratori, cui si aggiunge una significativa flessione dei dipendenti a tempo indeterminato - spiega l'Istituto di Statistica -. In termini destagionalizzati, l'occupazione totale registra una flessione rispetto al secondo trimestre 2009 pari allo 0,5 per cento". "Il tasso di occupazione della popolazione tra i 15 e i 64 anni segnala il quinto consecutivo arretramento tendenziale e scende dal 59 per cento del terzo trimestre 2008 all'attuale 57,5 per cento" prosegue l'Istat -. L'Istat segnala di aver rivisto al rialzo anche le stime sui posti di lavoro persi a ottobre. Nel mese, secondo l'istituto, erano occupate 22.929.000 persone con un calo di 486mila unità rispetto a un anno prima. Nel terzo trimestre l'Istat segnala che sono diminuite le forze di lavoro con un -0,9% rispetto al terzo trimestre 2008 (-222mila unità) e un -0,2% sul secondo trimestre 2009 (-50mila unità). Sono aumentate le persone in cerca di occupazione (+286 mila unità) che hanno raggiunto nel trimestre quota 1.814.000. Il tasso di disoccupazione nel trimestre si è attestato al 7,8% con un aumento di 1,2 punti percentuali rispetto al terzo trimestre 2008 e di 0,3 punti rispetto al secondo trimestre 2009. L'Istat segnala che il calo dell'occupazione si è concentrato nell'industria in generale (-386mila posti) con un picco nell'industria in senso stretto (-307mila unità e un calo del 6,1%). Le costruzioni segnano un -4% con un calo di 79mila unità mentre il terziario segna un calo dello 0,6% con una diminuzione di 97mila unità. Alla sesta diminuzione consecutiva delle posizioni lavorative indipendenti (-3% pari ad un calo di 178mila unità) si associa la seconda consistente flessione tendenziale di quelle dipendenti (-1,9% pari a una riduzione di 330 mila unità). In particolare l'Istat segnala un calo dei dipendenti a tempo indeterminato di 110mila unità concentrata nelle imprese più piccole. Il capogruppo dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, ieri ha spiegato in Parlamento che dal 1994 è in corso in Italia "una campagna d’odio" contro Silvio Berlusconi. Fortunatamente il premier è intervenuto subito e dall’ospedale San Raffaele, dove è ricoverato dopo la vergognosa e ingiustificabile aggressione subita domenica sera, ha ricordato che "l’amore vince sull’odio". Lo dimostrano, tra l’altro, le centinaia di interventi suoi e di esponenti del centrodestra che negli ultimi 15 anni sono sempre stati improntati al buon senso e alla moderazione. Ecco dunque una necessariamente breve antologia delle migliori frasi di quello che potrebbe essere chiamato il Partito dell’Amore.
Il bon ton con gli avversari "Veltroni è un coglione" (Berlusconi, 3/9/95). "Veltroni è un miserabile" (Berlusconi, 4/4/2000). "Giuliano Amato, l'utile idiota che siede a Palazzo Chigi" (Berlusconi, 21/4/2000). "Prodi? Un leader d'accatto (Berlusconi, 22/2/95). "La Bindi e Prodi sono come i ladri di Pisa: litigano di giorno per rubare di notte" (Berlusconi, 29/9/96). "Prodi è la maschera dei comunisti" (Berlusconi, 22/5/2003). "Prodi è un gran bugiardo pericoloso per tutti noi" (Berlusconi, 21/10/2006). "Prima delle elezioni ho potuto incontrare due sole volte in tv il mio avversario, e con soli due minuti e mezzo per rispondere alle domande del giornalista e alle stronzate che diceva Prodi". (Berlusconi alla scuola di formazione politica di Forza Italia, 2 luglio 2007)."Con Prodi a Palazzo Chigi è giusto dire: piove governo ladro" (Berlusconi, 10/4/2008). “Il centrosinistra? Mentecatti, miserabili alla canna del gas” (Berlusconi, 4/4/2000)."Signor Schulz, so che in Italia c’è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti. La suggerirò per il ruolo di kapò" (inaugurando la presidenza italiana dell’Unione europea e rispondendo a una domanda del capogruppo socialdemocratico, il tedesco Martin Schulz, sul conflitto d’interessi, 2 luglio 2003). "Sono in politica perché il Bene prevalga sul Male. Se la sinistra andasse al governo l’esito sarebbe questo: miseria, terrore, morte. Così come avviene ovunque governi il comunismo (Berlusconi, 17/1/2005). Il rispetto per gli elettori “Lei ha una bella faccia da stronza!” (alla signora riminese Anna Galli, che lo contestava, 24/7/ 2003).“Non credo che gli elettori siano così stupidi da affidarsi a gente come D’Alema e Fassino, a chi ha una complicità morale con chi ha fatto i più gravi crimini come il compagno Pol Pot” (Berlusconi, 14 dicembre 2005). "Ho troppa stima dell'intelligenza degli italiani per pensare che ci siano in giro così tanti coglioni che possano votare facendo il proprio disinteresse" (discorso di Berlusconi davanti alla Confcommercio il 4/4/2006). “Le nostre tre “I”: inglese, Internet, imprese. Quelle dell’Ulivo: insulto, insulto e insulto” (27/5/2004). L'armonia con gli alleati Berlusconi “Parliamo della par condicio: se non abbiamo vinto le elezioni, caro Follini, è colpa tua che non l’hai voluta abolire”. Follini: “Io trasecolo. Credevo che dovessimo parlare dei problemi della maggioranza e del governo”. Berlusconi: “Non far finta di non capire, la par condicio è fondamentale. Capisco che tu non te ne renda conto, visto che sei già molto presente sulle reti Rai e Mediaset”. Follini: “Sulle reti Mediaset ho avuto 42 secondi in un mese”. Berlusconi: “Non dire sciocchezze, la verità è che su Mediaset nessuno ti attacca mai”. Follini: “Ci mancherebbe pure che mi attacchino”. Berlusconi: “Se continui così, te ne accorgerai. Vedrai come ti tratteranno le mie tv”. Follini: “Voglio che sia chiaro a tutti che sono stato minacciato” (Discussione con l’Udc Marco Follini, secondo i quotidiani dell’11 luglio 2004). La sacralità delle toghe “I giudici sono matti, antropologicamente diversi dal resto della razza umana... Se fai quel mestiere, devi essere affetto da turbe psichiche” (Berlusconi, The Spectator, 10/9 2003). “In tutti i settori ci possono essere corpi deviati. Io ho una grandissima stima per la magistratura, ma ci sono toghe che operano per fini politici. Sono come la banda della Uno bianca” (Berlusconi, dopo l’arresto del giudice Renato Squillante, 14/5/96. Ma il riferimento è per quelli che l’hanno arrestato). “I Ds sono i mandanti delle toghe rosse. Noi non attacchiamo la magistratura, ma pochi giudici che si sono fatti braccio armato della sinistra per spianare a questa la conquista del potere” (Berlusconi, 1/12/99). “I giudici di Mani Pulite vanno arrestati, sono un’associazione a delinquere con licenza di uccidere che mira al sovvertimento dell’ordine democratico” (Vittorio Sgarbi, “Sgarbi quotidiani”, Canale5, 16/9/94).“Gian Carlo Caselli è una vergogna della magistratura italiana, siamo ormai in pieno fascismo: si comporta come un colonnello greco, in modo dittatoriale, arbitrario, intollerante. I suoi atti giudiziari hanno portato alla morte” (Vittorio Sgarbi, 8/12/94). “Nelle mie televisioni private non ci sono mai state trasmissioni con attacchi, perchè noi siamo liberali” (Berlusconi, 21/ 5/2006). "Silvio Berlusconi, durante l'ufficio di presidenza del Pdl ancora in corso, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti, ha parlato di una vera e propria persecuzione giudiziaria nei suoi confronti , che porta il paese sull'orlo della guerra civile" (Ansa, 29/11/09) La fiducia nella democrazia "Si è messo mano all’arma dei processi politici per eliminare l’opposizione democratica. Non siamo più una democrazia, ma un regime. Da oggi la nostra opposizione cessa di essere opposizione a un governo e diventa opposizione a un regime" (Berlusconi, dopo una condanna in primo grado tangenti, 8/8/98). “La libertà non si può più conquistare in Parlamento, ma con uomini lanciati in una lotta di liberazione. Senza la devoluzione, da qui possono partire ordini di attacco dal Nord. Io sono certo di avere dieci milioni di lombardi e veneti pronti a lottare per la libertà” (Umberto Bossi al “parlamento padano”, presente Berlusconi, Ansa, 29/9/2007). "Boicotteremo il Parlamento, abbandoneremo l’aula, se necessario daremo vita a una resistenza per riconquistare la libertà e la democrazia” (Berlusconi, 3/3/95). "In Italia c’è uno Stato manifesto, costituito dal governo e dalla sua maggioranza in Parlamento, e c’è uno Stato parallelo: quello organizzato in forma di potere dalla sinistra nelle scuole e nelle università, nel giornalismo e nelle tv, nei sindacati e nella magistratura, nel Csm e nei Tar, fino alla Consulta. Se si consentirà a questo Stato occulto di unirsi allo Stato palese, avremo in Italia un regime vendicativo e giustizialista, mascherato di legalità e ostile a tutto ciò che è privato" (Berlusconi, 5/4/2005). "Adesso diranno che offendo il Parlamento ma questa é la pura realtà: le assemblee pletoriche sono assolutamente inutili e addirittura controproducenti".(Berlusconi, 21/5/2009) Il galateo istituzionale “Il presidente Scalfaro è un serpente, un traditore, un golpista” (Berlusconi, La Stampa, 16/1/95). "Altro che impeachment! Scalfaro andrebbe processato davanti all’Alta Corte per attentato alla Costituzione. E di noi due chi ha maneggiato fondi neri non sono certo io. D’altra parte, Scalfaro da magistrato ha fatto fucilare una persona invocandone contemporaneamente il perdono cristiano. Bè, l’uomo è questo! Ha instaurato un regime misto di monarchia e aristocrazia” (Berlusconi 18/1/95). "Io non sono in contrasto con il capo dello Stato, non ne ho nessun motivo, anzi sono un suo sostenitore convinto. Ho con lui un rapporto molto cordiale" (Berlusconi, 28/2/95). "Ma vaffanculo!" (Berlusconi, accompagnando l’insulto con un gesto della mano, mentre il presidente emerito Scalfaro denuncia in Senato il «servilismo» della politica estera del suo governo nei confronti degli Usa sull’Iraq, 27/9/2002). "Italia vaffanculo" (Tre eurodeputati leghisti, commentando in aula a Strasburgo l'intevento del presidente Carlo Azeglio Ciampi, 5/7/05). "Questi signori, che hanno vinto delle elezioni taroccate, hanno arrogantemente messo le mani sulle istituzioni: il presidente della Repubblica è uno di loro" (Berlusconi, riferendosi al presidente, Giorgio Napolitano, 21/10/06). (16 dicembre 2009) Un malato ha risposto al malato in maniera uguale e contraria - di Paolo Farinella, prete12/16/2009 Lo sapevamo che prima o poi sarebbe successo. E’ successo nel modo più consono alla realtà perché è un colpo «omeopatico». Un uomo malato, da dieci anni seguito dai servizi psichiatrici pubblici, armato di un souvenir della sua città, il simbolo della Milano civile e religiosa, il Duomo in miniatura pesante con guglie e Madonnina incorporati, aggredisce e colpisce un folle che per due ore sul palco ha gridato guerra contro tutti, aggredendo lo Stato, scagliando corpi contundenti contro la Repubblica, demonizzando i «suoi» nemici comunisti e di sinistra che ha presentato come «nemici» di tutto il popolo, presente in piazza, istigando non solo all’osanna di giuggiole demenziali, ma all’aggressione contro chi gli vuole –secondo lui – impedire di governare. Un uomo senza Legge e senza Stato aizza gli animi di psicolabili sui quali si erge come nano, formato tascabile, con un linguaggio da guerrafondaio, da comunista breshneviano, da estremista barricadiero, da folle. Cosa si aspettava? Un malato ha risposto in maniera uguale e contraria, facendogli assaporare con un colpo di duomo quello che aveva appena finito di predicare. Pura omeopatia. Tutto si consuma tra due pazzie, ma con una differenza. L’uomo malato è in cura psichiatrica da dieci anni; il folle sul palco è al governo dell’Italia. Il Malato è armato solo di un duomo souvenir, il folle al governo è ricco e circondato da un servizio d’ordine da sceicco con trenta persone super-pagate che non hanno saputo nemmeno fermare un oggetto volante: soldi pubblici sprecati inutilmente. Soldi nostri. Il malato fantastica nel suo mondo di frustrazione e cerca una rivincita. Il folle grida contro tutti e contro tutto, accreditandosi come «unico», «migliore», «vittima sacrificale». Pretende la salvezza giudiziaria a furor di popolo solo perché lui è «il capo». Ha avuto la risposta: un uomo malato, ascoltandolo, lo ha preso di parola e ha messo in atto il suo insegnamento: abbattere il «nemico». Sì, un malato ha riconosciuto il folle «ufficialmente» come vittima, trasformandolo in vittima. Non c’è vittima senza sangue. Il volto botulinato e rifatto cento volte, sanguinante e trasformato in maschera, svela davanti a tutti la vera consistenza della pazzia: lo sguardo sperso, terrorizzato, lui che ha sempre creduto di essere in cima ai sogni degli Italiani, ma specialmente delle Italiane, è stato costretto a svegliarsi da un colpo secco, sferrato con un souvenir «religioso». Si era accreditato come «Messia» per ritrovarsi detronizzato da un malato con un colpo secco di «Tempio», quasi a dire: «Tu sei spurio, sacrilego». L’uomo oscenamente ricco, per furto, evasione, riciclaggio è atterrato da un oggetto dozzinale da pochi euro. Nèmesi violenta. Nèmesi trasparente.
Altri, e da tempo, avrebbero dovuto scacciare il «folle» dalla soglia del Tempio, in nome di una verecondia che non tollera culti di personalità. Altri, addetti alla religione del sacro, avrebbero dovuto dire «Adesso, Basta!». Non lo hanno fatto, perché impegnati in scambi di valuta pregiata e simoniaca. Chi è stato zitto per mesi davanti al dilagare dell’immoralità istituzionale, etica e umana di un satrapo malato di priapismo e di megalomania diarroica, non doveva mandare un telegramma di consolazione, ma doveva semmai mandargli a dire che tutti i Golia sono caduti per mano di piccoli Davide. Non ci è piaciuta, a ferita ancora calda e a duomo ancora insanguinato, la corsa del papa e del suo segretario di Stato a rimboccare le coperte di un indecente presidente del consiglio. Non ci è proprio piaciuta. Zitta di fronte alle aggressioni alla verità (caso Boffo); zitta di fronte alla manipolazione di ogni decenza; zitta di fronte agli assassini di Stato (migranti); zitta di fronte alla violenza mortale (carcerati morti per violenza diretta), la gerarchia cattolica, avrebbe dovuto dire una parola di verità e di consolazione verso il malato mentale che è stato indotto a compiere un gesto sconsiderato, ma coerente in quel contesto e in quella fucina di odio e di terrore che è il berlusconismo. Ancora una volta papa e cardinali hanno perso l’occasione di schierarsi dalla parte dei deboli per sistemarsi accanto ai ricchi e potenti. Eppure lo dice anche la Madonna: «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili» (Lc 1,52). La Storia, che è una maestra che non insegna nulla, ha mandato un uomo malato a fermare la ferocia omicida di un pazzo folle che non esita a trascinare la sua parte politica e succube a dichiarare guerra preventiva con invettive di violenza inaudita contro la Costituzione, contro il Capo dello Stato, contro la Corte Costituzionale, contro il Consiglio Superiore della Magistratura, contro i giudici chiamati a giudicarlo per delitti eversivi, contro la Legge, contro tutti coloro che pretendono che sia «uguale» a tutti i cittadini, sottoposto alla Sovranità della Legge. Pur di salvare se stesso da crimini che ha commesso in tutta la sua vita con la complicità di servi, schiavi e manutengoli,non esita a distruggere il tessuto civile dell’intero Paese, vittima egli stesso della sindrome di Sansone: «Muoia Sansone con tutti i Filistei». Il giudice Sansone però uccise se stesso per salvare il suo popolo. La maschera di uomo invece non esita a uccider eil popolo pur di salvare se stesso. Eppure c’è una giustizia insita nelle cose: per la mano forte di un uomo debole di mente, il potente, ubriaco di sé e della sua megalomania, ha sbattuto contro il muro della realtà. Ora deve sapere che chi semina vento raccoglie tempesta. La canèa si è scatenata, gridando contro il clima di odio e chiedendo, guarda caso, così per non nominare alcuno, all’opposizione di «abbassare i toni» e di «smettere il clima di odio che sta infestando la vita politica». Mistificazione pura. No! Non ci sto e canto fuori dal coro! Berlusconi e i suoi servi non hanno diritto di chiedere di abbassare i toni perché da 15 anni hanno rubato toni e semitoni, suonando solo loro la musica dell’aggressione a chiunque gli si oppone. Si dice che lo scontro deve ritornare alla politica; c’è un solo modo, non due, non tre: Berlusconi si faccia processare e dia le dimissioni; se fosse un vero capo di Stato darebbe l’esempio e rispetterebbe la Legge; egli invece vuole affossare ogni Legge, ogni decenza, ogni contrarietà alla sua logorroica esigenza di priapismo politico e mediatico. Sì! Abbiamo il coraggio di dire che quello che è successo è frutto della sua stupidità politica, della sua insipienza etica, della sua inconsistenza umana, della sua protervia di ricco mafioso che schiaccia chiunque gli attraversa la strada. Per lui tutti sono sotto di lui, formiche da schiacciare alla bisogna. Un uomo, un folle pericoloso. Le truppe a libro paga del Napoleotto brianzolo sono ignoranti, ma sanno far di conto quanto a mistificazione. Un esempio per tutti: Spatuzza accusa Silvio Berlusconi di fare affari con la mafia, ancora prima di diventare presidente del consiglio. Anzi, diventa presidente del consiglio in forza di quell’accordo e per onorare quell’accordo, secondo il quale la mafia è la “mamma” da amare secondo il comandamento cristiano: «Onora il padre, ma specialmente mamma santissima». Il giorno dopo due capibastone si presentano davanti ai giudici: uno, Filippo Graviano, mai nominato da Spatuzza, parla e dice che lui non conosce B. Apriti cielo: il mafioso diventa l’oracolo, la trasparenza della verità. Peccato! Pochi si accorgono che Spatuzza parla di Giuseppe Graviano, il quale, in puro stile mafioso, manda a dire al B., attraverso i giudici, davanti alle tv: «Io non parlo. Se devo proprio parlare lo farò quando dico io, per cui chi ha orecchi da intendere intenda». La corte brianzola, in trasferta permanente a fare da piedistallo al capo «a prescindere», lo assolve per ieri, per oggi e per domani e invoca la salvezza definitiva per legge, per sempre. Ora avviene lo sceneggiato si ripete: un uomo malato ha colpito col duomo volante il presidente del consiglio? I mandanti morali sono la sinistra e Di Pietro. La sinistra la vedono solo loro, perché non ci pare che all’orizzonte vi sia qualche segnale di fumo di sinistra; Di Pietro ha detto una lapalissiana verità: «E’ lui l’istigatore». Chi può contestarlo? Solo chi è in malafede e su questo piano, il più pulito ha la rogna. Occorre una legge retroattiva che dichiari Di Pietro «assassino consecutivo». In queste ore assistiamo alla corsa della marcia longa per dichiarare solidarietà al colpito, cioè al potente caduto dal predellino. Viene voglia di dire: chi di predellino colpisce, da predellino sbatte in terra. Non vi sono più le mezze stagioni, non c’è più religione e non c’è più neanche la sana follia di una volta! Ora tutto è capovolto, il pazzo formato tascabile in statura e morale, diventa il capo saggio e lungimirante al di sopra della Legge perché altrimenti non può stare al governo e fare sfoggio della sua illimitata follia; il malato in cura psichiatrica da dieci anni diventa il nuovo Gavrilo Princip, il bosniaco che il 28 giugno 1914 a Sarajevo attentò a morte l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono di Austria e Ungheria e sua moglie Sofia, accendendo la miccia che fece scoppiare la 1a guerra mondiale. Per rendere ancora più drammatico il momento e farlo fruttare in termini di consenso e di adesione, i corifei venduti e prezzolati sproloquiano di guerra civile e il ministro in similpelle dell’interno parla come mangia, ventilando l’ipotesi che poteva essere ucciso il suo presidente del consiglio. Ha appena ammesso il suo fallimento come ministro e avrebbe dovuto rassegnare subito le dimissioni. Roba seria, le dimissioni! AH, Maroni,m Maroni che porti il programma già nel tuo nome! Il lupo perde il pelo, ma non il vizio: il brianzolo che si crede il Messia, infatti, colpito a sangue e ancora col botulino disfatto, ma con i capelli perfettamente incollati, sogna per un momento di essere il papa. Infatti non era ancora giunto in ospedale che dichiara, come Giovanni Paolo II, dopo l’attentato di Ali Agca (1981), di essere «miracolato», lui il prescelto dal Signore per schiavizzare i sodomizzare l’Italia. Questa ce la poteva risparmiare. Cosa ci aspetta? L’inimmaginabile! Da capo di governo perseguitato, diventa capo di governo martire della libertà e vittima della sinistra sempre più comunista e violenta che non vuole le riforme e lo scudo illegale e fiscale, una sinistra (che solo lui vede) antidemocratica che impedisce all’Unto del Signore di raggiungere il trono di Dio in terra, in mare e in cielo. Seconda tappa: appena si sarà fatto e rifatto, prima che scada il tempo delle emozioni, andrà in pompa magna in qualche santuario a ringraziare qualche Madonna disponibile e qualche chilo di clero servile e, giuro, farà incastonare il duomo che lo ha colpito nella corona dalla Madonna a perpetua memoria. Intanto l’Italia piange il suo destino, mentre i cani, i randagi, i coyotes e le iene imperversano e infestano le foreste e le piazze cercando di spaventare chi non ha perso la lucidità per dare ai fatti il senso misurato dei fatti: un pazzo ha colpito un folle e se misuriamo il quoziente di pazzia/follia, siamo certi che il secondo supera di gran lunga il primo. P.S. - 1. Vogliono chiudere alcuni siti di Facebook perché l’indignazione incontrollata fa paura e senza controllo loro non possono e non sanno governare. Hanno bisogno di popolo osannante, ingannato, ma osannante. Tutti coloro che inneggiano a «Meno male che Silvio c’è…» sono da ricoverare con diagnosi disperata. Napoleonetto non sa perché «lo odiano»: venga, «sciur» che glielo spiego io, con un disegnino. 2. Ricoverato al San Raffaele dal suo amico di intrallazzi, don Verzè, è stato subito accudito e assistito come si conviene con medici personali e il pellegrinaggio ininterrotto di tutti gli essere inutili che popolano la Nazione e si credono importanti. Intanto in Italia, negli ospedali si muori di parto e per negligenza; chi ha bisogno di una tac deve aspettare un anno, chi va al pronto soccorso aspetta ore e anche giorni, salvo che non abbia la carta di credito in bocca come lasciapassare. Allora tutte le emergenze si risolvono. Tutte. Non ho mai chiesto un dono a Gesù Bambino, ma quest’anno faccio un’eccezione e chiedo che quel Bambino nato di straforo e di nascosto, extracomunitario senza permesso di soggiorno, irregolare e per giunta palestinese ebreo, possa liberarci una volta per tutte dalla peste civile e politica che si chiama Silvio Berlusconi. Anzi Shilviush Berluskonijad. Grazie Gesù e non avere paura di avere pietà di noi! |
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